Nella serata di ieri, nel comune di San Marco Evangelista, in provincia di Caserta, si è consumato un violento regolamento di conti culminato nell’uccisione di Stefano Margarita, 26 anni, residente nel quartiere Secondigliano di Napoli, e nel ferimento grave di un amico 24enne, Francesco Milone, anch’egli napoletano. L’episodio ha avuto luogo attorno alle ore 22 nella piazzetta della Libertà, divenuta teatro di una rissa sanguinosa innescata da una lite degenerata rapidamente in accoltellamento. In poche ore, i carabinieri della Compagnia di Caserta hanno identificato e fermato due persone: padre e figlio, rispettivamente di 57 e 24 anni, entrambi residenti a San Marco Evangelista, accusati di concorso in omicidio e tentato omicidio.
La trasferta da Napoli a San Marco per reclamare i soldi delle truffe
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri del Comando provinciale di Caserta, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, Stefano Margarita si sarebbe recato a San Marco Evangelista con altri tre amici, tutti originari di Secondigliano, per reclamare la propria parte dei proventi di alcune truffe ai danni di anziani consumate insieme ai due soggetti poi fermati. L’appuntamento era con il 24enne, noto localmente per la gestione di una piazza di spaccio e già collegato ad attività illecite.
Il gruppo partenopeo avrebbe prima raggiunto in auto l’abitazione del 24enne. È qui che sarebbe nata la discussione, probabilmente già preceduta da tensioni legate alla divisione dei guadagni delle attività truffaldine. In un primo momento il confronto si sarebbe svolto all’interno dell’auto, ma la situazione è poi degenerata in strada.
La lite in piazza e l’intervento del padre: la rissa culmina nell’accoltellamento
La discussione si è presto spostata in piazzetta della Libertà, luogo centrale del piccolo comune casertano. Qui, secondo quanto emerso dalle testimonianze già acquisite dagli investigatori, è intervenuto il padre 57enne del ragazzo casertano per difendere il figlio. I toni si sono rapidamente accesi e sono volati insulti e minacce, fino a quando uno dei presenti ha estratto un coltello.
Nel caos della rissa, Stefano Margarita è stato colpito mortalmente. Nonostante il tempestivo intervento del personale sanitario del 118, con l’arrivo di due ambulanze e un medico rianimatore a bordo, il 26enne è deceduto poco dopo all’interno del Pronto Soccorso dell’ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta.
Ferito un secondo giovane, in prognosi riservata. Tensione all’ospedale
Durante l’aggressione è rimasto gravemente ferito anche Francesco Milone, 24 anni, amico della vittima, ora ricoverato in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. Un terzo giovane è rimasto lievemente ferito, mentre un quarto, anch’egli parte del gruppo proveniente da Napoli, è rimasto illeso.
Poco dopo il decesso di Stefano Margarita, l’ospedale di Caserta è stato raggiunto da parenti e amici del giovane, che hanno dato luogo a momenti di forte tensione con il personale sanitario. Sono dovute intervenire diverse pattuglie dei carabinieri e volanti della Polizia di Stato, che hanno riportato la situazione sotto controllo evitando ulteriori disordini.
L’ipotesi investigativa: droga, truffe agli anziani e piazza di spaccio
L’intera vicenda è inserita nel contesto di attività criminali connesse a truffe agli anziani e spaccio di stupefacenti. Secondo gli investigatori, non si può escludere che Stefano Margarita e i suoi amici si fossero presentati a San Marco Evangelista anche per riscuotere denaro legato alla vendita di droga o per regolare conti sospesi relativi alla spartizione dei proventi illeciti. Le dinamiche sono ancora al vaglio degli inquirenti, ma le indagini lampo hanno già portato all’individuazione dei due principali sospettati, ora sottoposti a fermo con l’accusa di omicidio e tentato omicidio in concorso.
Uno dei due, il padre 57enne, secondo alcune fonti investigative, potrebbe avere legami con ambienti camorristici locali, in particolare con il clan Belforte, attivo nel Casertano. Inoltre, il coltello usato per l’aggressione sarebbe stato rinvenuto e sequestrato dai carabinieri, rappresentando un elemento chiave per le indagini.
Le indagini: testimonianze, videosorveglianza e possibili aggravanti
Le attività investigative proseguono a ritmo serrato. I carabinieri hanno già acquisito testimonianze fondamentali dei due giovani partenopei sopravvissuti all’aggressione. Inoltre, sono al vaglio le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, che potrebbero fornire dettagli determinanti per chiarire le responsabilità dei singoli partecipanti alla rissa.
L’ipotesi di una reazione per autodifesa è stata accennata dagli indagati nel corso degli interrogatori, ma sarà l’autopsia sul corpo di Stefano Margarita e l’esame delle immagini a chiarire l’esatta dinamica. Intanto, il fascicolo d’inchiesta aperto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere procede con l’accusa formale di concorso in omicidio e tentato omicidio per padre e figlio.
Un delitto maturato nel sottobosco criminale tra Napoli e il Casertano
Il profilo della vittima e dei suoi accompagnatori, così come quello dei presunti assassini, tratteggia uno scenario di criminalità diffusa e ramificata tra Secondigliano e il Casertano, dove truffe ai danni di anziani, attività di spaccio, e rapporti con clan camorristici sembrano intrecciarsi in un reticolo di alleanze e regolamenti di conti.
Le autorità restano impegnate a ricostruire ogni fase dell’agguato, mentre la comunità di San Marco Evangelista, ancora sotto shock per la violenza esplosa nel cuore del paese, attende risposte da un’inchiesta che potrebbe far luce su una rete criminale più ampia di quanto inizialmente ipotizzato.