Il blitz e le accuse
Il blitz, scattato alle prime luci del mattino, ha coinvolto decine di carabinieri del Nucleo investigativo di Torre Annunziata, supportati da unità cinofile e da elicotteri. I militari hanno fatto irruzione in vari edifici riconducibili agli indagati, concentrandosi in particolare nella zona di Palazzo Fienga, storica roccaforte della famiglia Gionta.
I 17 indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, detenzione e porto illegale di armi, estorsione aggravata dal metodo mafioso, spaccio di sostanze stupefacenti.
Le accuse si fondano su un impianto probatorio robusto, costruito attraverso intercettazioni ambientali, dichiarazioni di collaboratori di giustizia e riscontri su episodi estorsivi documentati a carico di commercianti locali. L’azione delle forze dell’ordine mira a interrompere il tentativo di rigenerazione di un clan storicamente protagonista della criminalità oplontina, già più volte decapitato ma mai del tutto estirpato.









