Un’inchiesta esplosiva, portata avanti dalla Procura di Torre Annunziata e dalla Guardia di Finanza, ha scoperchiato un vasto sistema corruttivo nel Comune di Sorrento, fatto di tangenti, appalti truccati, peculato e turbative d’asta. Sedici persone sono state raggiunte da misure cautelari, mentre sono 26 in totale gli indagati. Tra loro il sindaco Massimo Coppola, arrestato in flagranza, e Raffaele Guida, detto “Lello il sensitivo”, descritto come il cassiere del sistema. L’indagine ha svelato l’uso sistematico di telefoni criptati e intestati a soggetti fittizi, oltre a fondi pubblici europei e PNRR destinati ad appalti pilotati.
Un’indagine complessa e coordinata
Il comandante della Guardia di Finanza di Torre Annunziata, Giovanni Pino, ha tracciato il bilancio dell’operazione: “Abbiamo individuato 36 gare dal valore di oltre 35 milioni di euro, di cui 15 milioni sono fondi strutturali europei. Grazie all’inchiesta performante della Guardia di Finanza questi finanziamenti sono stati bloccati e non erogati. Il massimo che si può avere nella spesa pubblica”.
A rendere possibile l’inchiesta, ha spiegato, è stato il coordinamento tra i comandi della Guardia di Finanza e la Procura di Torre Annunziata. Le difficoltà principali sono state di tipo tecnico: “Abbiamo utilizzato tutti i mezzi a disposizione dell’Arma per ricostruire il sistema Sorrento – hanno spiegato i comandanti – l’indagine si è caratterizzata su due aspetti: la prima riguarda l’individuazione del contesto criminale che ora lascia l’amaro in bocca. La seconda difficoltà è tecnica, perché gli indagati hanno utilizzato mezzi di comunicazione difficili da penetrare, mettendo inoltre in atto condotte oculate per nascondere i loro propositi criminali”.
Telefoni “canarini” e utenze fantasma
Particolarmente complicata è stata l’individuazione delle utenze in uso agli indagati, come ha sottolineato anche il procuratore Nunzio Fragliasso. Gli indagati utilizzavano due tipi di cellulari: quelli personali, dove si comunicava con linguaggio criptico, e i cosiddetti “telefoni canarini”, destinati a conversazioni senza filtri.
Queste utenze erano intestate a soggetti extracomunitari o addirittura inesistenti, rendendo arduo il tracciamento da parte degli investigatori. La rapidità imposta dall’arresto del sindaco ha poi costretto gli inquirenti ad accelerare le indagini, per evitare l’occultamento di prove e documenti compromettenti.
Il caso che ha fatto esplodere il “sistema Sorrento”
A far emergere in modo definitivo lo schema corruttivo è stata la collaborazione di un imprenditore, esasperato dalle richieste continue di tangenti, che aveva persino minacciato il suicidio prima di rivolgersi agli investigatori. La sua testimonianza è stata decisiva per portare alla luce un sistema consolidato di mazzette e appalti pilotati, su cui Guardia di Finanza e Procura indagavano da oltre tre anni.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari Mariaconcetta Criscuolo, su richiesta del procuratore Fragliasso e del sostituto Giuliano Schioppi. I sedici arrestati sono stati colpiti da misure che vanno dal carcere ai domiciliari: undici in carcere e cinque ai domiciliari.
Gli arrestati: politici, funzionari e imprenditori
Tra i nomi più rilevanti figura l’ex sindaco Massimo Coppola, arrestato in flagranza con Francesco Di Maio, suo collaboratore, lo scorso 21 maggio, mentre intascavano una mazzetta da 6.000 euro. Insieme a loro, è finito in carcere Raffaele Guida, noto come Lello il sensitivo, ritenuto il vero cassiere del sistema delle tangenti.
Durante una perquisizione avvenuta due mesi fa nella sua abitazione, sono stati sequestrati 167mila euro in contanti, parte dei quali nascosti in un tavolo da biliardo. Secondo l’accusa, erano la “riserva” delle tangenti. Guida, inoltre, avrebbe rivestito un ruolo informale ma centrale nell’amministrazione cittadina, autoproclamandosi vicesindaco “in virtù di una autoinvestitura astrale”, come riportato dal gip.
“Io faccio la politica” è una delle frasi intercettate a Guida, che avrebbe influenzato direttamente la linea amministrativa del Comune. Il procuratore Fragliasso ha commentato con amarezza: “La gestione in una città come Sorrento, nota in tutto il mondo, era in parte affidata ad un sensitivo, poiché il sindaco Coppola si affidava a lui”.
Appalti milionari: fondi Fesr, PNRR e spese gonfiate
Le indagini hanno permesso di passare al setaccio 36 appalti pubblici per un totale di 35 milioni di euro, di cui 15 milioni provenienti dai fondi Fesr e 4,5 milioni dal PNRR. I settori coinvolti erano i più vari:
- Poltroncine del teatro Tasso
- Restyling delle strade
- Illuminazione pubblica
- Manutenzione urbana
- Gestione degli eventi culturali e turistici
Una parte rilevante dell’inchiesta riguarda l’associazione La Fenice, a cui sarebbero stati affidati direttamente alcuni appalti, divenendo di fatto un bancomat personale del sindaco Coppola. A lui risultava intestata la carta di credito collegata al conto dell’associazione, con la quale avrebbe speso circa 34.000 euro in viaggi, vacanze (anche con la famiglia Guida), beni di lusso e orologi.
Il ruolo degli altri indagati
Oltre a Coppola e Guida, sono stati arrestati:
- Vincenzo Sorrentino, ex consigliere comunale e commercialista
- Gennaro Esposito, tecnico del Comune
- Danilo Amitrano, rappresentante dell’associazione La Fenice
- Filippo Di Martino, capo dell’Ufficio Tecnico comunale
- Luigi Desiderio, funzionario comunale
- Vincenzo Rescigno, progettista
Insieme a loro, anche sette imprenditori: Mario Parlato, Aniello Vanacore (due omonimi cugini), Luigi Todisco, Raffaele Guarino, Alessandro Di Domenico, Michele Zambelli e Luigi Di Palo.
Tutti, secondo gli inquirenti, avrebbero consapevolmente pagato tangenti comprese tra il 6 e il 10% dell’importo dei lavori per garantirsi l’aggiudicazione degli appalti. Durante le perquisizioni è stato inoltre sequestrato un altro bottino in contanti di circa 50mila euro.
Prossimi sviluppi
Tutti gli indagati avranno modo di difendersi nelle prossime ore davanti al giudice, durante gli interrogatori di garanzia. Intanto, secondo gli investigatori, Massimo Coppola non ha ancora dato segnali di collaborazione dal carcere. L’inchiesta resta aperta e potrebbero emergere ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.
Filippo Raiola