Se le carte le leggeva Lello il sensitivo, i conti invece li controllava Massimo Coppola: secondo le accuse, l’ex sindaco di Sorrento disponeva personalmente della carta di credito dell’associazione “La Fenice”, usata per acquistare vacanze, cravatte e orologi di lusso. Ora, nel cuore dell’inchiesta che ha travolto la penisola sorrentina, arrivano le prime ammissioni: alcuni indagati hanno deciso di parlare davanti al giudice, rompendo il silenzio che fino a ieri aveva segnato l’inchiesta.
Le prime confessioni degli indagati
Dopo la giornata di interrogatori in cui Massimo Coppola e Raffaele Guida, alias “Lello il sensitivo”, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, oggi il clima è cambiato. Davanti al giudice per le indagini preliminari Mariaconcetta Criscuolo e al pubblico ministero Giuliano Schioppi, alcuni degli indagati hanno scelto di rispondere alle domande e in diversi casi hanno ammesso le proprie responsabilità.
Tra questi, spicca il nome di Danilo Amitrano, rappresentante legale dell’associazione culturale La Fenice, coinvolta nell’organizzazione di eventi finanziati dal Comune. Secondo l’accusa, l’associazione era in realtà un “bancomat personale” del sindaco, e Amitrano solo un prestanome. «Coppola aveva la carta collegata al conto dell’associazione», si legge negli atti. Con quella carta avrebbe pagato viaggi, beni di lusso, cravatte e vacanze in resort, anche in compagnia dello stesso Guida.
85mila euro all’associazione, 34mila spesi per uso privato
Dalle indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, sarebbe emerso che almeno 85mila euro sarebbero transitati nei conti de La Fenice, e che di questi ben 34mila euro sarebbero stati utilizzati direttamente da Coppola per spese personali.
I fondi, che dovevano essere destinati alla promozione culturale e alla realizzazione di eventi, sarebbero invece finiti in spese per vacanze e acquisti privati. Tra queste, anche una vacanza in un resort alla quale avrebbe partecipato proprio Lello il sensitivo, a riprova – secondo gli inquirenti – del legame stretto e continuativo tra i due.
Parlano anche altri indagati
Oltre a Amitrano, sono stati ascoltati oggi:
- Gennaro Esposito, tecnico
- Vincenzo Sorrentino, ex consigliere comunale e commercialista
- Vincenzo Rescigno, progettista
- Luigi Di Palo, imprenditore
Tutti hanno fornito la propria versione dei fatti, contribuendo a delineare ulteriormente il presunto sistema di gestione illecita di fondi pubblici e affidamenti diretti.
16 arresti e accuse gravi
L’inchiesta, condotta dai finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata e della compagnia di Massa Lubrense, ha portato martedì scorso a 16 arresti, con accuse che vanno – a vario titolo – dalla corruzione al peculato, fino alla turbativa d’asta.
Ieri, davanti al gip, avevano scelto il silenzio anche altri imprenditori coinvolti: Mario Parlato, Luigi Todisco e i due Aniello Vanacore, cugini omonimi, già noti per il coinvolgimento nelle precedenti fasi dell’indagine. Gli ultimi cinque indagati, finiti agli arresti domiciliari, saranno ascoltati all’inizio della prossima settimana.
Il mosaico si completa pezzo dopo pezzo: mentre il sindaco consultava il sensitivo per «capire cosa fare», i soldi dell’associazione sparivano in beni di lusso e resort esclusivi. Ma il futuro, anche questa volta, non era stato previsto.
Bianca Di Massa