La svolta arriva nei giorni scorsi: la Dda di Salerno ha notificato cinque avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sulla bomba esplosa il 10 marzo scorso davanti al Comune di Castel San Giorgio. Gli indagati, tutti residenti tra Mercato San Severino e Castel San Giorgio, sono accusati di danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, con l’aggravante dell’attentato contro un edificio pubblico esposto alla pubblica fede e destinato a servizio collettivo.
Le indagini e le accuse della Dda
A condurre l’indagine sono stati i carabinieri del Comando provinciale di Salerno, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia. Secondo l’accusa, i cinque avrebbero agito con ruoli diversi nella realizzazione dell’attentato. A uno di loro viene contestato anche il possesso illegale di un’arma da fuoco, al momento non ancora identificata. Durante le perquisizioni domiciliari, effettuate nei giorni scorsi, sono stati rinvenuti 200 grammi di marijuana nell’abitazione di un 31enne, che è stato arrestato e posto ai domiciliari. Il provvedimento è stato successivamente convalidato dal gip del Tribunale di Nocera Inferiore.
Le immagini di videosorveglianza e la figura del 31enne
Gli inquirenti sarebbero riusciti a risalire agli autori attraverso attività tecniche e analisi dei filmati di videosorveglianza. L’uomo individuato come colui che materialmente ha piazzato l’ordigno è proprio il 31enne arrestato: nelle immagini sarebbe stato ripreso mentre sfrecciava su uno scooter con il volto coperto, per poi avvicinarsi all’ingresso del municipio e collocare l’esplosivo, fuggendo subito dopo. I video hanno poi condotto gli investigatori agli altri quattro presunti complici.
I danni causati dall’esplosione
La bomba, fatta detonare durante la notte, ha provocato danni ingenti all’ingresso del Palazzo di Città: distrutti il portone principale, una macchina marcatempo, alcuni vetri interni e anche i vetri di un’abitazione vicina. Il timpano architettonico posto nella parte alta della facciata è crollato, mentre il pianterreno ha subito danni strutturali importanti. Il boato ha svegliato i residenti di Castel San Giorgio e dei comuni limitrofi, molti dei quali sono accorsi sul posto allarmati dalla violenza dell’esplosione. Sono stati loro ad allertare i vigili del fuoco e i carabinieri, supportati nelle operazioni dai militari della Scientifica.
Esplosione davanti al Municipio di Castel San Giorgio: ingenti danni alla struttura
Due piste parallele: i legami con Mercato San Severino
Nel frattempo, un’altra inchiesta parallela è in corso a Mercato San Severino, dove lo scorso giugno due persone — già indagate per l’attentato al Comune — furono vittime di un agguato a colpi di arma da fuoco mentre viaggiavano in auto. L’attacco fallì, ma uno dei due rimase ferito. Le due vicende, pur formalmente distinte, si intrecciano poiché alcuni dei protagonisti sono coinvolti in entrambi i casi, ora come indagati, ora come vittime.
Un possibile legame con gli appalti pubblici
Al momento il movente dell’esplosione non è ancora stato chiarito. Tuttavia, tra le ipotesi degli investigatori c’è quella che gli indagati abbiano agito per conto di terzi, forse nell’ambito di una vicenda legata ad appalti pubblici. Chi ha organizzato l’attentato, spiegano fonti investigative, ha agito con estrema precisione, lasciando però tracce fondamentali che hanno permesso di ricostruire le fasi dell’attentato e risalire ai cinque sospettati.