Una scena di forte tensione si è consumata nella tarda serata di ieri, 31 agosto, a Napoli, quando un uomo ha impugnato un fucile e lo ha puntato contro il personale sanitario giunto in ambulanza, con l’obiettivo di imporre il trasporto del padre colto da malore verso una struttura ospedaliera da lui scelta, un 45enne di professione infermiere, è stato arrestato dai carabinieri e si trova ora agli arresti domiciliari. Il gesto ha suscitato sconcerto, rivelando una miscela pericolosa di angoscia personale e reazione estrema.
Il malore del padre nell’autolavaggio
L’episodio ha avuto inizio quando un uomo di 70 anni, nel tardo pomeriggio, ha accusato un improvviso malore mentre si trovava all’interno di un autolavaggio in via Taddeo da Sessa, nella zona occidentale di Napoli. Lanciato l’allarme, un’ambulanza del 118 ha raggiunto rapidamente il luogo per prestare soccorso. I sanitari hanno trovato il paziente in condizioni delicate e hanno cominciato le prime manovre per stabilizzarlo sul posto.
L’esplosione di rabbia e la minaccia con l’arma
Ma mentre i soccorritori erano impegnati nelle cure, il figlio del settantenne, visibilmente agitato e sconvolto, ha imbracciato il fucile, puntandolo verso il personale sanitario. “Mio padre deve essere portato al Policlinico, non all’ospedale del Mare!” avrebbe urlato il 45enne, minacciando i presenti per imporre la destinazione sanitaria da lui prescelta: il II Policlinico di Napoli, ritenuto a suo giudizio più adeguato per la situazione del genitore.
La scena ha generato paura e tensione tra i soccorritori, posti davanti a una scelta complessa: garantire l’incolumità propria e quella del paziente, rispettando al contempo i protocolli sanitari. L’ambulanza, sotto minaccia, ha lasciato l’autolavaggio, ma i sanitari hanno optato per l’Ospedale del Mare, la struttura più vicina e idonea per gestire l’emergenza. Lì, l’uomo è stato ricoverato e stabilizzato.
Le indagini e l’arresto del 45enne
Subito dopo l’arrivo dell’ambulanza in ospedale, i carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli sono stati allertati. Avviate le ricerche, i militari hanno rintracciato e identificato il 45enne, che nel frattempo si era allontanato dal luogo dell’aggressione. Le verifiche sono proseguite nei locali dell’autolavaggio, dove è stata trovata l’arma utilizzata per le minacce: una carabina ad aria compressa, nascosta dentro un armadietto.
L’arma, pur non altamente letale, è stata sequestrata, mentre l’uomo è stato arrestato con l’accusa di minacce aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. Al termine delle formalità di rito, è stato posto ai domiciliari, in attesa di ulteriori sviluppi da parte dell’autorità giudiziaria.
Un infermiere protagonista dell’aggressione
Un elemento che ha colpito particolarmente l’opinione pubblica è la professione dell’aggressore, che lavora nel settore sanitario come infermiere. Un dato che aggiunge un paradosso drammatico alla vicenda, in cui un operatore della salute, per quanto sopraffatto dall’angoscia per le condizioni del padre, ha agito in modo violento contro colleghi dello stesso ambito professionale.