torre annunziata osservatorio per la legalità

Sarà celebrata a dicembre 2025 l’udienza predibattimentale nei confronti di quattro esponenti dell’amministrazione Cuccurullo, accusati di aver attestato il falso sulla loro eleggibilità a incarichi pubblici. La Procura di Torre Annunziata ha citato in giudizio tre consiglieri comunali in carica e un ex assessore per falso ideologico, ipotizzando che abbiano omesso la dichiarazione di debiti fiscali nei confronti del Comune di appartenenza.

I nomi degli imputati e le cifre contestate

A dover comparire davanti al giudice saranno i consiglieri Maria Di Maio, Raffaele De Stefano, Raffaella Celone e l’ex assessore Giovanni Franco Scafa. Secondo l’accusa, i quattro avrebbero dichiarato di non avere pendenze con l’amministrazione comunale al momento della loro candidatura, dimenticando o nascondendo invece debiti che, in base alla normativa vigente, avrebbero potuto impedirne l’elezione.

Le cifre riportate nel decreto di citazione diretta a giudizio variano da poche centinaia a decine di migliaia di euro: Maria Di Maio è accusata di aver omesso un debito Imu di 142,51 euro risalente al 2012; Raffaella Celone avrebbe nascosto una morosità Imu di 596,06 euro; Raffaele De Stefano risulta debitore per 1.926,24 euro di Tari-Tares; Giovanni Franco Scafa, infine, è chiamato a rispondere per un debito ben più rilevante: 33.828,75 euro.

I chiarimenti forniti dagli indagati

Gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari erano stati notificati già a marzo 2025 dalla guardia di finanza oplontina. In quella sede, tutti e quattro gli indagati avevano avuto modo di esporre le proprie difese.

“Si tratta di una piccola quota di un immobile in cui vive mia madre. La somma è stata già saldata mesi fa”, aveva spiegato Maria Di Maio, consigliera di +Europa.

“Non ero al corrente della competenza sia di Soget che di Pubbliservizi”, aveva dichiarato Raffaele De Stefano, esponente di Torre dei Valori, aggiungendo: “Non appena sono venuto a conoscenza della mia situazione a luglio, ho provveduto subito al pagamento e ho notificato la segreteria dell’avvenuto saldo”.

Più intricata la vicenda di Raffaella Celone, consigliera di Area Socialista, che aveva riferito di aver effettuato il pagamento nel 2022 seguendo le istruzioni della cartella esattoriale. Nonostante ciò, il Comune ha continuato a reclamare il versamento, arrivando perfino a pignorare per due volte il suo stipendio nei primi mesi del 2024.

Falso ideologico anche se il debito è stato saldato

La posizione della Procura resta comunque ferma: anche se gli importi sono stati regolarizzati in un secondo momento, resta il fatto che gli indagati avrebbero dichiarato il falso al momento della candidatura. Il reato ipotizzato, quello di falsa attestazione, non viene meno per effetto del pagamento successivo, poiché la legge considera determinante la situazione al momento della dichiarazione.

Un’udienza decisiva per il prosieguo del procedimento

L’udienza di dicembre si svolgerà in forma predibattimentale, un istituto previsto per i casi di citazione diretta a giudizio. In questa fase il giudice è chiamato a valutare la regolarità del procedimento e la sussistenza degli elementi d’accusa.

Gli imputati potranno scegliere riti alternativi, come il giudizio abbreviato o il patteggiamento, oppure proseguire verso il dibattimento ordinario, nel caso in cui venga ritenuta fondata l’ipotesi accusatoria. L’iniziativa è stata assunta dal pubblico ministero Giuliano Schioppi, che ha formalizzato la richiesta di fissazione dell’udienza e l’ha ottenuta dal giudice competente.

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