Non c’è un’emergenza sanitaria legata al virus West Nile, ma la gestione della prevenzione nazionale finisce al centro delle polemiche. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha rivolto durissime critiche al Ministero della Salute e in particolare a Maria Campitiello, responsabile del Dipartimento di Prevenzione. Sul fronte locale, medici e autorità continuano a insistere sulla necessità di bonifiche e sorveglianza soprattutto per i soggetti più fragili. I casi, intanto, salgono a 23 in tutta la regione.

L’attacco del presidente De Luca

“Sul West Nile non c’è emergenza, ma la cosa che deve invece farci preoccupare è che noi abbiamo come interlocutore nazionale di fronte a una possibile epidemia la professoressa Campitiello, totalmente inadeguata e impreparata per un ruolo così importante, assunta per ragioni di clientelismo politico, per via di parentele”, ha dichiarato Vincenzo De Luca, criticando apertamente la responsabile del contrasto alla diffusione del virus.

Il presidente ha poi rincarato la dose: “La Campitiello non è competente neanche a livello organizzativo perché non ha mai guidato un’unità operativa semplice o complessa di un ospedale. Il Ministero della Salute è diventato ormai una bottega di famiglia.

Il monito dell’Ordine dei Medici di Napoli

Accanto alla polemica politica, emerge la voce della professione sanitaria. Il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Napoli e provincia, Bruno Zuccarelli, ha commentato con fermezza: “Se si fosse puntato di più anche sul potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione, garantendo maggiori risorse e personale, oggi non ci troveremmo nella condizione di dover correre a fare bonifiche per ridurre i rischi connessi al virus West Nile”».

West Nile non è come il Covid, ma resta un campanello d’allarme

“Fortunatamente il West Nile non ha nulla a che vedere con i rischi del recente passato e con la possibilità di una pandemia. Ma siamo comunque al cospetto di un campanello d’allarme per un’attività di prevenzione che resta in larga parte dimenticata”, ha chiarito ancora Zuccarelli.

“Quello che stiamo vivendo deve essere considerato un monito a non trascurare i rischi, affinché in tutte le declinazioni possibili quel ‘mai più post-Covid’ non resti lettera morta, come purtroppo sembra ormai evidente che sia accaduto”, ha aggiunto.

L’invito, dunque, è alla calma, ma anche alla responsabilità: “Sento parlare di bollettini e decessi come se si trattasse di un macabro déjà-vu. È utile che tutti, a partire da chi ha il compito di fare informazione, comprendano che i casi che si stanno registrando non delineano un allarme. Di certo il West Nile non potrà mai avere conseguenze drammatiche come quelle del Covid. Non esiste alcun nesso tra i due virus.

Priorità ai pazienti fragili

Altro tema cruciale è la protezione delle categorie vulnerabili, ribadita da Zuccarelli in linea con quanto richiesto dal prefetto di Napoli, Michele Di Bari: “Le bonifiche sono essenziali per garantire ambienti salubri e ridurre il rischio per le persone più fragili. La fragilità di alcuni non può essere dimenticata, anzi: è a questi pazienti che dobbiamo guardare con tutta la cautela e le precauzioni del caso”.

“Parliamo di persone che combattono ogni giorno una battaglia contro la malattia e che possono realmente rischiare grosso per una banale puntura di zanzara. È principalmente a loro che dobbiamo garantire un ambiente salubre e sicuro”.

I numeri del contagio

Secondo i dati ufficiali diffusi dal settore Prevenzione collettiva e Sanità animale della Regione Campania, sono 23 i casi complessivi di infezione da West Nile virus:

  • 14 in provincia di Caserta,
  • 8 in provincia di Napoli,
  • 1 in Basilicata, ma con probabile esposizione al contagio in provincia di Napoli.

L’infezione si manifesta spesso con sintomi simili a quelli di una banale influenza, ma può avere esiti molto più gravi in presenza di soggetti anziani, immunodepressi o con patologie croniche.

Vigilanza attiva e monitoraggio in corso

Il direttore dell’UOC Malattie Infettive Emergenti del Cotugno, Alessandro Perrella, ha sottolineato che è fondamentale “prestare massima attenzione ai pazienti fragili, agli anziani e agli immunodepressi”, specificando che “tutte le persone decedute avevano patologie pregresse.

Le Aziende sanitarie e ospedaliere regionali, la Regione Campania e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno “seguono attentamente l’evoluzione, attuando tutte le necessarie misure.

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