Settimo decesso per West Nile in Campania: il virus continua a colpire nel Casertano

Un uomo di 71 anni di Casal di Principe è morto all’ospedale di Aversa: il sesto decesso legato al West Nile virus in provincia di Caserta, uno in quella di Napoli. Si rafforza l’allarme nelle aree più colpite della provincia di Caserta

Il settimo decesso in Campania legato all’infezione da West Nile virus, trasmesso attraverso la puntura di zanzare infette, è avvenuto nei giorni scorsi presso l’ospedale di Aversa. La vittima è un uomo di 71 anni, residente a Casal di Principe, ricoverato nel reparto di rianimazione prima del tragico epilogo. L’uomo era tra i pazienti già monitorati dal sistema sanitario della provincia di Caserta, che si conferma al centro della mappa epidemiologica della regione per numero di casi e vittime.

Sesta vittima nel Casertano, settima in Campania

Il decesso del 71enne rappresenta la settima morte ufficialmente associata al West Nile virus in Campania nel 2024. L’uomo era stato ricoverato in condizioni critiche e sottoposto a trattamenti intensivi, ma le complicanze neurologiche insorte – tipiche del virus nei soggetti fragili – non gli hanno lasciato scampo. Con questa ennesima perdita, Casal di Principe si aggiunge alla lista dei comuni colpiti da una presenza sempre più radicata dell’infezione nella provincia.

Il sesto decesso: anziano di Teverola, contagiato probabilmente a Mondragone

Appena ieri 3 agosto era stata segnalata la sesta vittima: un anziano di 79 anni residente a Teverola, anche lui affetto da patologie pregresse. Il contagio, secondo le ricostruzioni sanitarie, sarebbe avvenuto a Mondragone, altra area critica del Casertano. Il paziente, già compromesso da un quadro clinico delicato, ha manifestato i sintomi caratteristici del virus – febbre alta ed encefalite – e non ha risposto alle terapie. Il suo decesso aveva già riacceso l’attenzione pubblica sul legame tra le zone fluviali e la diffusione del virus.

Il quinto decesso: un uomo originario del Salernitano morto il 30 luglio

A rafforzare l’emergenza, il quinto decesso era stato registrato lo stesso giorno della quarta vittima, il 30 luglio. In quel caso, si trattava di un uomo di 76 anni, originario del Salernitano, ma residente in una residenza sanitaria di Grazzanise, sempre in provincia di Caserta. Il paziente era sottoposto a dialisi e il suo stato clinico era già fortemente compromesso. Come per gli altri casi, il decesso è stato attribuito alle complicanze dell’infezione da West Nile virus, il cui vettore è rappresentato da zanzare infette dopo aver punto uccelli selvatici.

Mappa del contagio e ricoveri in aumento

Secondo l’ultimo bollettino epidemiologico, nel territorio casertano si registrano attualmente 20 casi accertati di infezione da West Nile virus tra i residenti, con 9 pazienti attualmente ricoverati. A questi si aggiungono 5 casi di persone non residenti, ma che avrebbero contratto il virus proprio in quest’area: questi pazienti si trovano ricoverati tra l’ospedale Cotugno di Napoli, l’ospedale di Aversa e lo Spallanzani di Roma.

Le autorità sanitarie non parlano ancora ufficialmente di un focolaio, ma confermano che la maggiore concentrazione di casi resta proprio nella provincia di Caserta, soprattutto nelle zone orientali e lungo i confini con Benevento e Napoli.

Via alle disinfestazioni nei comuni più colpiti

In risposta all’escalation di contagi, il direttore dell’UOC Servizio Veterinario di Sanità Animale della ASL di Caserta, Carlo Ferrara, ha annunciato che “…da domani partiranno, nei comuni della provincia, a cominciare da quelli nei quali sono emersi più casi, i trattamenti di disinfestazione larvicida”. Le operazioni saranno effettuate in maniera mirata e progressiva, in base alla distribuzione dei casi accertati.

Zone a rischio: percorsi fluviali e stagni come veicolo della diffusione

L’infettivologo del Cotugno di Napoli, Alessandro Perrella, ha sottolineato come “…le aree in cui si sono manifestati i casi coincidono spesso con territori attraversati da percorsi fluviali che possono ristagnare in alcuni punti”. Il medico ha ricordato che “…in passato queste stesse aree erano soggette alla malaria, evidenziando quindi l’urgenza di “…procedere con interventi mirati, bonifiche e disinfestazione per evitare la proliferazione delle zanzare”.

Un virus subdolo: migliaia di infezioni spesso asintomatiche

Le autorità sanitarie nazionali stimano che in Italia ci siano almeno 10.000 infezioni da West Nile virus, per lo più asintomatiche. Nei soggetti fragili – come anziani o persone con patologie croniche – il virus può diventare letale, causando encefaliti e altre gravi complicanze neurologiche. I sintomi più ricorrenti includono febbre alta, mal di testa intenso, disorientamento e convulsioni, in alcuni casi seguiti da coma.

L’allerta resta quindi molto alta nelle zone più esposte, mentre si rafforza l’impegno delle autorità sanitarie per contenere la diffusione e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione.

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