Due serate di grande musica hanno trasformato Villa Rufolo in un palcoscenico da sogno, sospeso tra cielo e mare. A Ravello, il 1° e 2 agosto, la 73ª edizione del Ravello Festival ha offerto al suo pubblico due spettacoli straordinari, diversi nello stile ma accomunati da un’atmosfera magica.
Venerdì sera, è stata la Salerno Jazz Orchestra, diretta dal maestro Sandro Deidda, ad aprire la serata con un omaggio ad Ella Fitzgerald, accompagnando una delle più importanti voci jazz italiane, Roberta Gambarini.
In un elegante abito luccicante stile Old Hollywood in perfetta sintonia con l’ambiente raccolto ed emozionante del Belvedere, il repertorio ha spaziato tra standard intramontabili come On the Sunny Side of the Street, Isn’t This a Lovely Day? e Lover, Come Back to Me, interpretato con energia e ironia. Toccanti le dediche alla memoria di Elio Macinante, storico volto del Festival e recentemente scomparso.
Accanto a lei, anche il trombettista Giovanni Amato, che ha regalato momenti di grande intensità nonostante un piccolo imprevisto tecnico, un guasto improvviso lo ha costretto a cambiare strumento in corsa, senza però intaccare la magia della performance.
Il concerto si è concluso con un bis a sorpresa: Volare, rivisitata in chiave jazz che ha scatenato l’entusiasmo del pubblico, accompagnato da una fresca brezza serale che ha reso ancora più suggestivo il finale.
Sabato 2 agosto è stato invece il turno del maestro Richard Galliano, che ha portato a Ravello il suo recital solista “Passion Galliano”, più che un semplice concerto, è stato un racconto autobiografico fatto di suoni e ricordi, apprezzatissimo da un pubblico visibilmente rapito e in religioso silenzio.
Con la sua fisarmonica, Galliano ha creato un dialogo profondo tra musica e paesaggio, ogni nota sembrava amplificata dal cielo stellato e dalle luci dei borghi della Costiera, visibili sullo sfondo. La sua capacità di far “respirare” lo strumento ha incantato il pubblico, tra tanghi, jazz, valzer e composizioni originali, l’artista francese ha attraversato mezzo secolo di carriera con grazia e passione.
Brani come Vuelvo al Sur, Folies Musette, Gymnopédie e Moon River hanno alternato momenti di dolce malinconia a passaggi giocosi e vivaci. Straordinario il finale nel quale Galliano, andandosene, è sceso dal palco continuando a suonare senza amplificazione, regalando a tutti un momento di rara intimità e verità artistica.
In entrambe le serate, il Belvedere di Villa Rufolo si è confermato uno dei luoghi più affascinanti al mondo per la musica dal vivo. Una terrazza affacciata sul mare, capace di trasformare ogni nota in un’emozione condivisa, la musica, qui, non è solo spettacolo, è paesaggio, memoria, respiro.
Il Ravello Festival continua così a scrivere la sua storia fatta di grandi artisti, pubblico attento e una bellezza naturale che fa da cornice e protagonista al tempo stesso.
Loredana Margheriti