De Luca verso il terzo polo: "campo largo" sì, ma con un progetto autonomo

La Regione Campania non potrà ancora uscire dal piano di rientro sanitario. La decisione è arrivata a seguito di un incontro tenutosi a Roma, dove, dopo il parere favorevole del Ministero dell’Economia, è giunto il no vincolante del Ministero della Salute, che ha rilevato criticità su due parametri fondamentali: la copertura delle Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa) e il livello di screening oncologici. La Regione, che riteneva di aver completato il percorso, valuta ora un ricorso al Tar. Intanto il presidente Vincenzo De Luca attacca duramente: “Indignato, è una vergogna”.

Il no del Ministero della Salute

Secondo quanto riferito da fonti regionali, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) aveva riconosciuto i progressi sul piano dei conti, avallando la possibilità di un’uscita dal commissariamento sanitario. Tuttavia, il passaggio decisivo è fallito al tavolo interministeriale del 4 agosto, quando è giunto il parere contrario del Ministero della Salute. Quest’ultimo ha motivato la propria posizione con il mancato raggiungimento di due obiettivi chiave: il primo riguarda la copertura insufficiente delle Rsa per anziani, che vede la Campania fanalino di coda a livello nazionale; il secondo riguarda il mancato raggiungimento delle soglie minime per gli screening oncologici, in particolare quelli mammografico e del colon-retto.

Le parole di De Luca: “Atto di delinquenza politica”

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha espresso tutto il proprio dissenso, parlando con una delegazione di sindaci del Golfo di Policastro a Roma. In quella sede ha definito la decisione del Governo “inaccettabile e pretestuosa” e ha criticato duramente i ministeri competenti per l’atteggiamento avuto durante il confronto.

Nel giorno successivo, De Luca è tornato sull’argomento con toni ancora più accesi: “Non sono deluso, me lo aspettavo: sono indignato, ho il sangue agli occhi, è una vergogna, è un atto irresponsabile, come dico io, di delinquenza politica. Non c’è nessun motivo, nessuno”.

“Parlavamo ieri a Roma – racconta il governatore – ed era un muro di gomma perché avevano già deciso di bloccare l’uscita dal Piano di rientro. Ovviamente, come già abbiamo fatto tre anni fa, stiamo preparando il ricorso al Tribunale amministrativo, ma questa volta vorrò fare anche una denuncia per concussione nei confronti dei funzionari che hanno assunto questa posizione priva di ogni motivazione. È intollerabile, è veramente una vergogna”.

Le motivazioni ufficiali della bocciatura

Dopo le dichiarazioni del governatore, è arrivata la replica del Ministero della Salute attraverso una nota ufficiale, in cui viene ribadito che il percorso di uscita della Regione Campania dal piano di rientro “è in corso e viene affrontato secondo criteri tecnici e documentati, in coerenza con i precedenti nazionali (Liguria e Piemonte) e con la normativa vigente”. La stessa normativa “non prevede un iter formalizzato per la conclusione del Piano, ma richiede il rispetto di condizioni economiche e sanitarie.

Dal tavolo di verifica interministeriale del 4 agosto è emerso che la Regione Campania ha effettivamente conseguito e mantenuto l’equilibrio di bilancio. Anche la verifica intermedia del 10 luglio 2025 aveva evidenziato il raggiungimento di obiettivi rilevanti, come:

  • il potenziamento della rete delle cure palliative
  • il consolidamento della rete dei punti nascita
  • il miglioramento della rete senologica

Tuttavia, la Regione non ha raggiunto soglie minime per due screening fondamentali e ha mostrato un grave ritardo nella copertura della rete residenziale per anziani”, motivo per cui si è deciso di non approvare, al momento, la richiesta di uscita dal piano.

Il Ministero apre a una rimodulazione

Nonostante la bocciatura, il Ministero della Salute ha evidenziato un atteggiamento costruttivo e una disponibilità al dialogo: “In linea con i dati oggettivi, è stata espressa disponibilità a rimodulare l’obiettivo legato alla rete residenziale e a concedere una dilazione dei tempi del programma operativo, senza mettere in discussione la validità dei miglioramenti avviati”.

Continueremo ad accompagnare la Regione Campania nel percorso verso la piena uscita dal Piano di Rientro – ha sottolineato il Ministero – con spirito costruttivo, basandoci esclusivamente su indicatori misurabili, rispetto istituzionale e tutela concreta della salute dei cittadini campani.

La replica alle accuse del presidente De Luca

Infine, nella stessa nota, il Ministero ha voluto rispondere direttamente alle dure parole del presidente della Regione: “Alla luce di ciò, qualsiasi narrazione di ‘delinquenza politica’ risulta priva di fondamento e appare lesiva del lavoro tecnico congiunto portato avanti da Regione, Mef e Ministero della Salute”.

Il Governo, dunque, respinge ogni accusa politica e ribadisce che il rifiuto è legato esclusivamente a parametri sanitari ed economici ancora non pienamente soddisfatti. Il conflitto istituzionale tra Campania e Governo centrale resta aperto, con l’ipotesi di un ricorso al Tar e possibili strascichi giudiziari.

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