Vesuvio: il giorno della verità

Pesantemente colpito il versante di Boscotrecase, ieri notte. In cenere Ciaramelle, Frùscio e un pezzo di Tirone, quando parecchi pensavano che l’incendio fosse stato circoscritto. In azione canadair, elicotteri, esercito, protezione civile, volontari. Giornata cruciale per sconfiggere il drago 

Chi tra i quotidiani è uscito, oggi, lunedì 11 agosto 2025, con la notizia che il fuoco sul Vesuvio era stato circoscritto, solo perché ieri sera, quando ha cominciato a imbrunire e i canadair sono andati via, si vedeva poco fumo e quasi più niente fiamme, sul lato di Boscotrecase e Terzigno, ha toppato di brutto.

Circoscritto un cavolo, il fuoco. Si vede che non conosce la Montagna vesuviana. Il Vesuvio è un fatto dei vesuviani che ne sanno ogni alito, ogni mossa, ogni scorreggia, per dirla alla francese. È un bastardo. Mentre ti porta in paradiso vedi che  cambia idea e ti sbatte all’inferno. Quattro volte al giorno muta la direzione del vento. Quasi come le maree. O scende dalla montagna al mare o sale da quest’ultimo fin sulla capoccia. I vecchi lo sanno. Durante queste passeggiate, c’è un tempo in cui si ferma e non lo senti nemmeno a pagarlo.

Ovviamente, questo succede allorché correnti superiori come tramontana, scirocco, o maestrale sono assenti. In tutto questo, la ventilazione ha dei corridoi preferenziali, dritti o tortuosi che o li conosci e, dunque, durante le giornate afose li sfrutti per rinfrescarti, oppure cerchi di starne alla larga quando la corrente è gelida, d’inverno, e rischi d’ammalarti.

E così, è bastato uno fiato di vento che ha ruotato per mettere tutto in  discussione e serpeggiare per quei sentieri preferenziali di cui si diceva per abbruciare un mare di pineta dal lato di Boscotrecase, tra l’area  della località “Frùscio” e quella delle “Ciaramelle” e del “Tirone”, filando poi come un razzo verso Torre del Greco, zona Cappella Nuova.

È stata una nottata dura. Ancora alle quattro di questa mattina si vedevano focolai importanti su tutto il versante sud che affaccia su Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Torre del Greco. E, dura sarà pure la giornata odierna, con i canadair che dovranno fare ininterrottamente la spola tra monte e mare. Servirà, e i tecnici lo sanno bene, tantissimo tempo, per bonificare le aree disastrate, allorché si riuscirà (si spera a breve) a spegnere anche il più piccolo focolaio. Perché anche un solo acino di fuoco che resta a covare sotto la cenere può rimettere in moto il gioco infernale di un incendio che si muove sinuoso e imprevedibile come una serpe velenosa.

Poi, più in là, si tireranno le somme e si ragionerà sui “come?”,  sul “chi?” e sui “perché?”. Intanto, un migliaio di ettari circa di pineta e sottobosco se ne sono andati in fumo. Migliaia di animali sono morti abbruciati. È stato azzerato il polmone verde che dava ossigeno a un territorio fortemente inquinato e zeppo di uomini e case. Aziende e piccoli produttori hanno avuto danni enormi. Il costo degli interventi per circoscrivere e bloccare le fiamme, è altissimo. A questo va sommato quello che servirà per gli interventi futuri su riforestazione e smaltimento del carbonizzato. Così come altrettanto sarà il prezzo che i vesuviani pagheranno per aver respirato fumi tossici e per non poter più respirare ossigeno.

E se vi paresse poco, metteteci anche il pericolo concreto di alluvioni che si potrebbero verificare durante la prossima stagione autunnale e invernale, con l’arrivo a valle di fango e legni non più frenati da alberi e radici. Che bel futuro si prospetta per questo territorio e per la sua gente.

Carlo Avvisati

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