San Giorgio a Cremano ha rinnovato il suo tributo alla memoria di Francesco Cappiello, marinaio di 28 anni, ucciso il 12 agosto 1944 durante la strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema. Con lui persero la vita la moglie Nina, di 22 anni, la figlioletta Maria Grazia, appena dodicimesi, e la sorella di 25 anni.
Quella mattina, nella piccola frazione toscana, oltre 560 civili – in gran parte donne e bambini – furono sterminati da un’azione premeditata, condotta con armi da fuoco e bombe a mano. Un episodio che la storia ha consegnato alla memoria collettiva come uno dei più tragici crimini contro la popolazione civile in Italia durante la Seconda guerra mondiale.
Nel corso degli anni, la comunità sangiorgese ha moltiplicato le iniziative per ricordare Cappiello e le altre vittime. Tra queste, la cerimonia del 27 gennaio 2022 in Villa Bruno, organizzata per la Giornata della Memoria. In quell’occasione è stata inaugurata una targa in suo onore e Antonio Amoretti, ultimo superstite delle Quattro Giornate di Napoli, ha raccontato agli studenti la sua esperienza diretta della guerra, sottolineando l’importanza di trasmettere la memoria alle nuove generazioni.
Già nel 2020, in via Cappiello, erano state collocate le prime pietre d’inciampo dedicate alle vittime sangiorgesi della persecuzione nazifascista, tra cui la famiglia Cappiello. La cerimonia di posa fu arricchita da un collegamento video con la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah.
Oggi Sant’Anna ospita il Parco Nazionale della Pace, il Museo storico della Resistenza e l’Ossario costruito nel 1948, dove riposano i resti delle vittime. Ogni anno, celebrazioni e iniziative culturali rinnovano il ricordo, trasformando quel luogo in un simbolo di pace e di condanna di ogni forma di violenza.
Nel 2024, l’Associazione Martiri di Sant’Anna ha avviato un progetto di recupero di circa 200 fotografie inedite delle vittime. Immagini che restituiscono volti, storie e umanità, rendendo ancora più tangibile il peso di quella tragedia.
Il nome di Francesco Cappiello non è soltanto inciso su una targa o su una pietra d’inciampo: vive nel ricordo di una comunità che ha scelto di fare della memoria un impegno civile. San Giorgio a Cremano, insieme a Sant’Anna di Stazzema, dimostra che custodire la storia significa non soltanto onorare chi non c’è più, ma anche vigilare sul presente per impedire che simili tragedie si ripetano.
Pietro Nicosia