Un anno di minacce, violenze e intimidazioni contro un imprenditore e un manager del settore farmaceutico si è concluso con l’arresto di Pasquale Gallo, 49 anni, cognato di Giovanni Colonia, elemento di spicco del clan Gallo-Cavalieri di Torre Annunziata. L’uomo, secondo le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotte dai Carabinieri, avrebbe perseguitato le sue vittime per ottenere denaro o il reintegro lavorativo come carrellista presso un’azienda in subappalto alla Novartis, da cui era stato licenziato tre anni fa.
L’arresto e le accuse
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea, nei confronti di Gallo. L’uomo è indagato per atti persecutori e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, contestazione legata ai suoi rapporti familiari con il clan camorristico attivo nella città oplontina.
Le denunce delle vittime
Le indagini hanno preso avvio tra il 26 e il 31 luglio, quando le due vittime – un imprenditore e un manager della nota azienda farmaceutica – hanno trovato il coraggio di denunciare. In particolare, l’imprenditore aveva presentato una prima denuncia il 26 luglio, seguita poi dal socio aziendale che ha confermato di essere a sua volta vittima degli stessi episodi persecutori.
Un anno di persecuzioni
Secondo quanto accertato dagli investigatori, Gallo avrebbe dato vita a una spirale di intimidazioni e violenze durata circa un anno. Il 49enne esigeva un posto di lavoro o, in alternativa, somme di denaro, e di fronte al rifiuto delle vittime intensificava i comportamenti persecutori.
Gli episodi documentati comprendono appostamenti sotto casa delle vittime e dei loro familiari; danneggiamenti alle loro autovetture; imbrattamenti delle saracinesche dei garage; recapito di scritti minatori; cospargimento di liquido infiammabile in uno dei luoghi di lavoro e la minaccia di dare fuoco alla struttura.
La recrudescenza di agosto e il carcere
Il quadro investigativo ha evidenziato una nuova recrudescenza della violenza tra il 12 e il 14 agosto, giorni in cui gli episodi persecutori si sarebbero intensificati. Secondo gli inquirenti, il comportamento dell’uomo era aggravato dal richiamo costante ai suoi legami di parentela con il clan Gallo-Cavalieri, allo scopo di rafforzare le sue pretese e intimidire le vittime.
Terminate le formalità di rito, Pasquale Gallo è stato condotto presso il Centro Penitenziario di Napoli Secondigliano, dove resterà a disposizione dell’autorità giudiziaria.