Tutto avrebbe preso avvio, secondo le prime ricostruzioni, quando uno degli uccelli custoditi da Ciro Luongo era riuscito a fuggire da una finestra. L’episodio avrebbe acceso una forte discussione, con scambio di accuse e toni sempre più violenti, fino a trasformarsi in uno scontro fisico.
Le urla e le offese sarebbero rapidamente sfociate in un gesto estremo che ha messo fine alla vita del poliziotto.
Il giovane aggressore
A infliggere i colpi fatali sarebbe stato Roberto Marchese, 21 anni, già segnalato alle forze dell’ordine per piccoli precedenti. Secondo quanto accertato, durante la lite avrebbe afferrato un coltello e colpito ripetutamente il viceispettore, provocandone la morte.
Il giovane è stato fermato poco dopo dai carabinieri, che lo hanno preso in custodia avviando le indagini sulla vicenda.
La carriera del viceispettore
Ciro Luongo prestava servizio come viceispettore all’Ufficio Volanti del commissariato di Giugliano. Nel corso della sua carriera aveva lavorato alla Polfer di Aversa e al commissariato di Casal di Principe, guadagnandosi la stima dei colleghi.
Chi lo conosceva lo descrive come un poliziotto «vecchio stampo, serio, dedito al lavoro», sempre disponibile e attento al suo incarico.
I testimoni della tragedia
La lite e l’aggressione si sono consumate tra le mura domestiche, davanti ai familiari. In particolare, era presente anche il figlio naturale di Ciro Luongo, che avrebbe assistito alla scena senza poter intervenire. L’episodio ha lasciato sconvolti i presenti e gettato nello sconforto l’intera comunità, ora in attesa di ulteriori chiarimenti dalle indagini.
Il questore di Napoli, Maurizio Agricola, ha espresso in una nota “profondo cordoglio per la drammatica scomparsa del vice ispettore Luongo“, a nome suo e di “di tutti gli uomini e le donne della polizia di Stato di Napoli e provincia. In questo momento di grande dolore ci stringiamo ai familiari e ai colleghi del Commissariato di Giugliano-Villaricca“, ha aggiunto.