«Nel momento in cui è stata prelevata la teca con le reliquie del Santo, il sangue si è presentato completamente liquido». Con queste parole, pronunciate alle ore 17.52, l’abate della Cappella del Tesoro di San Gennaro, monsignor Vincenzo De Gregorio, ha annunciato la liquefazione del sangue del patrono di Napoli davanti ai fedeli riuniti nel Duomo.

Il prodigio, che la Chiesa non definisce miracolo ma prodigio, ha suscitato emozione e applausi prolungati tra i presenti, testimoni di un evento che va oltre le tradizionali celebrazioni legate al santo.

Dopo l’annuncio ufficiale, la teca contenente il sangue di San Gennaro è stata offerta al bacio del Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, e del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo emerito di Napoli. Successivamente, l’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, è sceso dall’altare e ha mostrato la reliquia ai fedeli, che hanno accolto il gesto con un lungo applauso.

Il clima di commozione e devozione ha accompagnato un momento che resterà nella memoria dei partecipanti, reso ancora più significativo dalla cornice solenne dell’apertura della Settimana liturgica nazionale.

La coincidenza con Santa Patrizia

Quella odierna è stata una giornata straordinaria per Napoli. In precedenza si era infatti verificata anche la liquefazione del sangue di Santa Patrizia, altra patrona della città, proprio nel giorno della sua ricorrenza. Due eventi prodigiosi nello stesso giorno hanno dato un segno di particolare intensità spirituale alla celebrazione, confermando ancora una volta il legame profondo tra i santi e la comunità napoletana.

I tre prodigi annuali e l’eccezione odierna

Tradizionalmente, il sangue di San Gennaro si liquefa tre volte l’anno:

  • il 19 settembre, giorno della memoria liturgica del santo,
  • il 16 dicembre, ricorrenza legata al miracolo del 1631 durante l’eruzione del Vesuvio,
  • e il sabato che precede la prima domenica di maggio, anniversario della traslazione delle reliquie.

In queste tre date, i napoletani attendono il prodigio come un segno di protezione per la città e per la Campania. Tuttavia, in particolari circostanze, la Chiesa consente l’esposizione delle reliquie anche in via straordinaria, e proprio in queste occasioni il fenomeno della liquefazione può ripetersi.

Quella di oggi è dunque da considerarsi una liquefazione extra, che si aggiunge ai tre appuntamenti canonici. La Chiesa, nel rispetto del linguaggio teologico, lo definisce prodigio e non miracolo, ma per i fedeli resta un segno straordinario, capace di rafforzare la devozione e la fede.

Il valore delle reliquie per Napoli

Le reliquie di San Gennaro, custodite nella Cappella del Tesoro all’interno del Duomo, rappresentano da secoli il cuore della devozione dei napoletani. La liquefazione del sangue è da sempre interpretata come un segno benevolo, un annuncio di protezione e di grazia per la città.

L’evento di oggi, avvenuto in coincidenza con l’apertura della Settimana liturgica nazionale, ha assunto un significato particolare, richiamando fedeli, clero e autorità ecclesiastiche in un momento di intensa spiritualità.

L’applauso dei fedeli

Il sangue di San Gennaro si è sciolto, il miracolo del 16 dicembre si è verificato alle 17.43Al termine del rito, quando l’arcivescovo Battaglia ha mostrato la teca ai presenti, la folla ha reagito con un applauso caloroso e prolungato. La visione del sangue completamente liquido ha suscitato emozione e riconoscenza, in un contesto liturgico che ha unito tradizione, fede e storia.

L’annuncio della liquefazione, accompagnato da quello di Santa Patrizia poche ore prima, ha reso la giornata memorabile per la comunità partenopea, che ha visto ancora una volta il proprio patrono rispondere alle attese con un segno straordinario.

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