Fico candidato in Campania, a De Luca jr. la segreteria: un “accordo” che spacca il campo largo

Critiche dure da parte di esponenti moderati del Pd e di Carlo Calenda contro l’intesa che porta il cinquestelle alla candidatura, con accuse di gestione privata, oligarchica del Pd. Minacce di scissioni

Il dado è tratto. Roberto Fico sarà il candidato governatore in Campania del campo largo del centrosinistra. Nessuna sorpresa dunque rispetto ai rumors che, da diversi ormai, rimbalzavano negli ambienti politici locali. È arrivato l’ok definitivo della segretaria nazionale Elly Schlein al patto con il Movimento 5 Stelle e il governatore uscente Vincenzo De Luca che, in cambio del sostegno alla candidatura di Fico, otterrà l’elezione a segretario regionale del Pd del figlio Piero De Luca e la composizione di una o due liste civiche.

Uno sguardo alle politiche del 2027

Un patto che, considerata anche la candidatura di Pasquale Tridico in Calabria (altro esponente 5 Stelle) guarda in prospettiva alle elezioni Politiche del 2027, quando i partiti di Schlein e Conte proveranno a marciare uniti per provare a contendere al centrodestra di Giorgia Meloni la vittoria.

I malumori interni al centrosinistra

Tuttavia la scelta di candidare Fico ha provocato degli inevitabili mal di pancia all’interno del centrosinistra. A partire dall’area democrat più moderata, di cui fa parte la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, che non a caso ha definito la scelta “frutto di una gestione privata, oligarchica del Partito Democratico che mi lascia basita. E questo sarebbe il nuovo Pd?”

L’attacco frontale di Carlo Calenda

Ancora più al veleno sono invece le dichiarazioni di Carlo Calenda (leader di Azione) che flirta sempre più con il centrodestra: “Piuttosto che consegnare la Campania a Fico – ha affermato – mi taglio le mani”. Una scelta che, tuttavia, non sarebbe condivisa dalla maggioranza del gruppo consiliare regionale del partito.

Le possibili defezioni in Azione

A tal proposito, sarebbero pronti a lasciare Azione Giuseppe Sommese, Salvatore Aversano e Luigi Cirillo (già autosospesosi dal partito). Per loro si profila una candidatura nella lista Riformisti Avanti, con Italia Viva, Più Europa, Psi ed altre sigle centriste.

Le candidature in Italia Viva e Psi

Il problema è che Italia Viva ha troppi nomi da proporre: agli uscenti come Tommaso Pellegrino e Vincenzo Alaia (oltre alla new entry Maria Grazia Di Scala) si aggiungono infatti il segretario regionale Armando Cesaro e il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto. Da parte loro, i socialisti vorrebbero invece almeno riproporre l’uscente Andrea Volpe.

La risposta del centrodestra

La chiusura del cerchio nel centrosinistra impone adesso un’accelerata nel centrodestra. Determinante, per la scelta del leader, sarà una riunione convocata dai segretari nazionali dei partiti che si terrà in questo fine settimana.

Il nome che al momento sembra nettamente favorito è quello del viceministro Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia). Gli altri nomi che circolano restano quelli Mara Carfagna (Noi Moderati) a cui si aggiungono i civici Giosy Romano (coordinatore Zes per tutto il Mezzogiorno) e Matteo Lorito (rettore dell’università Federico II di Napoli).

Il ritorno in campo di Gennaro Sangiuliano

Per quanto riguarda invece le liste, sembra ormai certo il ritorno in politica dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano, pronto ad accettare la candidatura a capolista di Fratelli d’Italia.

Francesco Fusco

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