Se qualcuno pensava che il Covid 19 fosse scomparso, si è sbagliato di brutto. Il virus c’è ancora e si muove alla grande. Cammina, vola, si trasmette e infetta. A lanciare l’allarme per quella che potrebbe essere una nuova ondata di casi è Ferdinando Carotenuto, boschese, medico di famiglia in pensione, ma comunque sempre disponibile a visitare e dare consigli medici a chiunque ne abbia bisogno. Insomma uno che non ha fatto carta straccia del giuramento d’Ippocrate, il codice etico dei medici, attribuito al medico greco Ippocrate, che stabilisce i principi fondamentali della professione medica, concentrandosi sulla cura del paziente, sulla riservatezza e sul divieto di arrecare danno.

L’allarme del medico

“Solo io, nell’ultimo giorno ho visto ben sei casi di covid” racconta “molte persone mi hanno chiamato chiedendomi spiegazioni e consigli”. E, tutti quelli che si sono rivolti a lui, difatti, nonostante non fosse il proprio medico di famiglia, in base ai sintomi presentati: febbre oltre i 38 gradi centigradi, tosse e dolori articolari, sono stati invitati a fare subito un tampone per verificare quanto fosse esatto il timore. In tutti i casi, si è riscontrata la positività al virus.

Il rischio di sottovalutare i sintomi

“il problema – sottolinea il medico – e che molti colleghi sono indotti a pensare a una fase di influenza classica e non pensano a una recrudescenza del virus”. Che, in tutto questo tempo può aver avuto mutazioni geniche, venendo poco riconosciuto dalle difese immunitarie che sono state attivate con le vaccinazioni.

I consigli per la popolazione

IL consiglio è quello di fare un tampone non appena si presentano quelle sintomatologie e avvertire il proprio medico curante della condizione. Oltre, ovviamente, seguire tutte le indicazioni che il medico di famiglia darà nel rispetto del protocollo stilato dagli organismi sanitari nella fase terribile di qualche anno fa. In maniera particolare devono prestare ai sintomi e a cautelarsi gli anziani, gli immunodepressi e quelli con gravi patologie. Il virus difatti attacca e fa danni proprio quando le difese immunitarie sono ridotte.

La richiesta all’Asl

“Sarebbe importante – conclude Carotenuto – che l’Asl si attivasse per far conoscere se nell’area vesuviana o prossima fosse stato attivato un centro con disponibilità ad accogliere richieste di intervento da parte delle categorie fragili, una volta colpite dalla patologia”.

Pasquale Cirillo

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