La sentenza del Consiglio di Stato potrebbe aver scritto la parola definitiva sulla vicenda che ha coinvolto l’ex amministrazione Catapano a San Giuseppe Vesuviano. L’organo della giustizia amministrativa, nel pronunciamento della Terza Sezione, ha infatti confermato il provvedimento di scioglimento per infiltrazioni camorristiche emesso il 10 giugno 2022, già ritenuto legittimo dal Tar del Lazio a fine dello scorso anno.
Il ricorso presentato dall’ex sindaco Vincenzo Catapano e dall’ex vice Tommaso Andreoli, oggi leader della minoranza consiliare dopo la sconfitta alle urne, è stato integralmente respinto. Non sono bastate le argomentazioni con cui i ricorrenti avevano tentato di contestare la decisione di primo grado.
I giudici e la motivazione della sentenza
La decisione è stata assunta dal collegio composto dal presidente Michele Corradino e dai consiglieri Giovanni Pescatore, Ezio Fedullo, Antonio Massimo Marra e Giovanni Tulumello, quest’ultimo con il ruolo di estensore.
In un passaggio della relazione, i giudici sottolineano che le vicende esaminate nelle istruttorie presentano «costanti di indubbio significato sintomatico, che danno conto di un modus agendi tutt’altro che occasionale, oltre che nettamente orientato da un atteggiamento di sostanziale e oggettiva accondiscendenza o cedevolezza alla pratica amministrativa opaca e irregolare».
Il ricorso contro i commissari straordinari, il Viminale e la presidenza del Consiglio dei ministri, entrambi costituitisi in giudizio, è stato quindi ritenuto «infondato».
Un lungo contenzioso giudiziario
La sentenza rappresenta il quarto pronunciamento sulla questione negli ultimi anni, al termine di un vero e proprio “ping pong” giudiziario. Dopo un primo esame del Tar e un rinvio da parte del Consiglio di Stato, la vicenda era stata nuovamente vagliata a dicembre dal Tribunale Amministrativo del Lazio, che aveva già confermato il decreto di scioglimento.
L’ex amministrazione, rimossa tre anni fa, aveva sperato per un breve periodo in un ribaltamento della decisione, ma le ultime sentenze hanno sancito in maniera sempre più netta la legittimità del provvedimento.
Le conseguenze per Vincenzo Catapano
La posizione dell’ex sindaco Catapano appare oggi ancora più compromessa. A marzo scorso la Corte d’appello di Napoli lo aveva già dichiarato “incandidabile”, ulteriore conseguenza delle vicende giudiziarie legate alla sua esperienza amministrativa.
Con la conferma del Consiglio di Stato, lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche dell’amministrazione che aveva guidato il municipio di piazza Elena d’Aosta per quasi dieci anni è da ritenersi definitivamente cristallizzato.










