Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha decretato lo scioglimento del Comune di Marano di Napoli per infiltrazioni della criminalità organizzata, applicando l’articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali. La decisione è arrivata a conclusione di un’indagine avviata lo scorso febbraio, quando Piantedosi aveva disposto un accesso ispettivo nell’ente amministrato dal sindaco Matteo Morra, eletto nel 2023 alla guida di una coalizione di centrosinistra.

Le indagini e il dossier degli ispettori

La commissione d’accesso ha terminato i propri lavori già a maggio, senza richiedere proroghe. Questo elemento ha fatto intendere fin da subito che gli ispettori avessero raccolto prove consistenti a sostegno dell’ipotesi di condizionamenti criminali nell’attività amministrativa. Il dossier finale, composto da 450 pagine, ha evidenziato rapporti e influenze tali da compromettere l’imparzialità e il buon andamento dell’ente.

L’ennesimo commissariamento

Con lo scioglimento immediato, la gestione del Comune passa a una commissione straordinaria nominata dalla Prefettura di Napoli, che resterà in carica per 18 mesi prorogabili di altri sei, fino alle prossime elezioni amministrative. I nomi dei commissari saranno resi noti nelle prossime ore. Per la comunità locale si tratta di un nuovo commissariamento a soli quattro anni di distanza dall’ultimo provvedimento, segno delle persistenti difficoltà del territorio a sottrarsi all’influenza camorristica.

I precedenti scioglimenti

Quello decretato oggi rappresenta il quinto scioglimento nella storia recente di Marano di Napoli. Il primo risale al 1991, quando sindaco era Carlo Di Lanno della Democrazia Cristiana: il Comune fu tra i primi in Italia a subire un provvedimento per infiltrazioni mafiose. Nel 2004 arrivò un nuovo scioglimento sotto l’amministrazione di Mauro Bertini (sinistra), annullato successivamente dal TAR Campania per assenza di prove di condizionamento diretto.

Nel 2016 la stessa sorte toccò al governo cittadino di Angelo Liccardo (centrodestra), a causa di sospetti sull’urbanistica e sulla gestione dei rifiuti. Nel 2021, il Consiglio dei Ministri dispose un ulteriore scioglimento dell’amministrazione guidata da Rodolfo Visconti (centrosinistra), decisione poi confermata dai giudici amministrativi.

Le motivazioni del provvedimento

Le ragioni alla base del nuovo scioglimento saranno illustrate nella relazione del ministro Piantedosi, che sarà pubblicata a breve. Le ipotesi contestate riguardano connivenze, mancanza di controlli efficaci e permeabilità della macchina comunale alle pressioni della camorra. Il provvedimento, come in passato, potrà essere impugnato dinanzi al TAR, come già avvenuto nel 2004 e nel 2021 con esiti differenti.

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