Il Savoia ritorna a casa per una gara di campionato 1.211 giorni dopo e trova un Giraud bellissimo ma purtroppo desolatamente privo della propria tifoseria per la seconda ed ultima gara da disputarsi a porte chiuse dopo la squalifica rimediata contro la Gelbison nei play off dello scorso torneo.

Le scelte tattiche iniziali

Mister Catalano, orfano di Meola infortunato e di Sellaf squalificato, non cambia il modulo e si affida al 3-4-2-1. Rispetto alla gara di Coppa Italia trovano posto negli undici di partenza Frasson, al posto di Cadili, e Pisacane in luogo di Meola.

Sul fronte opposto Gaspare Cacciola dispone un 4-1-4-1 con Maltese tra le due linee da 4 per schermare il trequartista avversario, mentre in fase di ripartenza gli esterni di centrocampo si buttano negli spazi e lo schema diventa un 4-3-3.

Un avvio sorprendente del Gela

Pronti via ed il Gela fa il Savoia. Per una ventina di minuti buoni i biancocelesti mandano in bambola i bianchi, oggi in total black. Aggressivi sul portatore di palla ribaltano la manovra con sorprendente efficacia, intuendo immediatamente il nervo scoperto del Savoia, ovvero la fase difensiva sugli esterni.

Il pericolo costante di Sarao e degli esterni

La giocata è sempre la stessa ma fatta maledettamente bene. Palla lunga al centravanti Serao, un Mazinga un po’ rozzo stilisticamente ma con 190 cm di muscoli, il quale la girava rapidamente sulle corsie dove le frecce Aperi a sinistra e Sartore a destra mettevano i brividi. Questi ultimi, lanciati in campo aperto, aggredivano velocemente gli spazi lasciati scoperti dagli esterni di casa, presentandosi 4-5 volte in area per la conclusione o il passaggio arretrato per il centrocampista a rimorchio. Solo la bravura di De Lorenzo (grande risposta in tuffo su Sartore), e la scarsa mira di Marino e Giacomarro impedivano ai siciliani di mettere dentro un paio di reti.

Un pizzico di buona sorte aiutava anche i bianchi quando De Lorenzo peccava di presunzione ritardando scioccamente il rinvio per farselo poi intercettare da Sarao, ma la palla carambolava beffarda sul fondo a pochi centimetri dal palo.

L’aggiustamento di Catalano

Dopo i ripetuti campanelli di allarme mister Catalano capiva che la musica doveva essere suonata con uno spartito leggermente diverso ed allargava i braccetti Forte e Frasson sugli esterni per impedire le imbarcate dei primi minuti e contemporaneamente chiedeva maggiore collaborazione difensiva a Schiavi e Fiasco. Queste soluzioni tamponavano sì l’emorragia in fase difensiva, ma impedivano ai bianchi il solito pressing a tutto campo per un rapido recupero palla, cosicché la prima frazione scorreva ben combattuta in mezzo al campo ma senza sostanziali occasioni sui due fronti di attacco ad eccezione di un bel rasoterra di Fiasco che però non metteva troppa forza nella conclusione consentendo una bella presa al portierino Minuss.

La ripresa a tinte bianche

Il Gela Calcio desidera ringraziare la società Savoia per l’ospitalità e la professionalità dimostrate in occasione della gara odierna, terminata 0-0.
Una giornata di sport e condivisione, vissuta con rispetto reciproco e grande senso di appartenenza ai nostri colori.
Un grazie anche a tutti gli addetti ai lavori che hanno contribuito a rendere speciale questo appuntamento.

Nella ripresa i bianchi prendevano decisamente il comando delle operazioni proponendosi in avanti con una manovra molto ragionata che, dopo un prolungato possesso basso, cercava di innescare gli esterni. Sia Fiasco che Schiavi entravano maggiormente in gioco e il Gela accusava la variazione non riuscendo a proporre più nulla in avanti. I bianchi restavano stabilmente nella metà campo avversaria e l’ingresso di Munoz per Negro, con Favetta spostato come punta centrale, aveva l’effetto di accrescere il potenziale offensivo dei padroni di casa che sciupavano clamorosamente la più facile delle occasioni.

Minuto 65, spettacolare apertura di esterno destro di Munoz per Fiasco largo sulla sinistra, sontuoso stop e palla calibrata alla perfezione sulla testa di Pisacane solo soletto al limite dell’area piccola, inzuccata del giovane centrocampista che però non angolava a sufficienza e Minuss poteva stornare con bravura la pericolosa conclusione. Il Savoia continuava nella manovra avvolgente e Ledesma sprecava una buona situazione mandando alle stelle una invitante occasione dalla lunetta.

L’episodio contestato

Quando la gara era nei minuti di recupero accadeva un episodio che conferma ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, la clamorosa inadeguatezza della classe arbitrale in questa categoria.

Minuto 90, palla filtrante di Tiveron che prendeva d’infilata la retroguardia gelese, per una volta impreparata sulle coperture preventive, Munoz si involava e dribblava il portiere avversario con un morbido tocco di sinistro ed il pipelet avversario entrava fuori tempo sulla caviglia destra del puntero torrese atterrandolo in piena area. Il rigore sarebbe stato palese, ma il signor De Paolis di Cassino, distante circa 40 metri dall’azione, decretava fallo di simulazione ammonendo lo spagnolo. Anche il primo assistente, signor Amato di Aprilia, si adeguava alla cervellotica decisione avallando la clamorosa topica.

Il verdetto finale

La gara, di fatto, si chiudeva dopo questo episodio, con un salomonico pareggio che, imperizia dell’arbitro a parte, è stato un risultato giusto per quello che si è visto oggi al Giraud.

Le squadre hanno prevalso l’una sull’altra per un tempo a testa e non sono riuscite a capitalizzare, per imprecisioni in fase conclusiva, quanto di buono costruito ma hanno dimostrato di essere due compagini organizzate e gagliarde in grado di ben figurare nella categoria.

Salvatore Curcio

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