Scoppia la protesta all’Istituto alberghiero “Raffaele Viviani” dopo la comunicazione arrivata ieri dalla Città Metropolitana di Napoli: nell’arco di pochissimi giorni, arredi e suppellettili della scuola dovranno essere trasferiti nella nuova sede di via Savorito.
Una decisione che ha lasciato sgomenti dirigente scolastico, docenti, studenti e famiglie, chiamati a riorganizzare in meno di una settimana l’avvio dell’anno scolastico. “Esprimiamo assoluta contrarietà e profondo rammarico – scrivono in una nota i docenti e la preside – Non è possibile immaginare un trasloco immediato a ridosso della riapertura delle lezioni. Si tratta di una scelta che dimostra scarsa conoscenza del mondo della scuola e nessun rispetto per il lavoro svolto durante l’estate da personale e insegnanti”.
Al “Viviani” sono iscritti 600 alunni e 120 insegnanti, che da oggi dovrebbero spostarsi in una struttura ritenuta dagli stessi operatori scolastici “grande la metà di quella precedente” e inadeguata a ospitare classi, laboratori, uffici di presidenza e segreteria, oltre che a garantire standard di sicurezza e qualità del servizio.
Gli insegnanti chiedono con forza l’apertura immediata di un tavolo di confronto con tecnici e istituzioni: “La tempistica comunicata risulta del tutto inaccettabile. Non è possibile, a tre giorni dall’inizio delle attività didattiche, allestire aule, locali e impianti adeguati. Una simile decisione rischia di compromettere il diritto allo studio, configurandosi come un’interruzione di pubblico servizio”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Luigi Vicinanza, che ha invitato alla prudenza: “La priorità è la sicurezza degli alunni e la tutela del loro diritto a vivere un anno scolastico sereno. Comprendo le difficoltà e i disagi, ma confido che ogni decisione sia assunta con senso di responsabilità, riducendo al minimo le criticità per studenti, famiglie e personale scolastico. Il nostro impegno resta quello di garantire tranquillità e condizioni adeguate di studio ai ragazzi, che rappresentano il cuore e il futuro della nostra comunità”.
Intanto la tensione resta alta: preside, docenti e famiglie temono che il trasferimento forzato possa rallentare l’inizio delle lezioni e compromettere la qualità dell’offerta formativa in una fase già complessa per il mondo della scuola.
Sarah Riera










