Hanno preso il via le iniziative per ricordare il giornalista Giancarlo Siani a 40 anni dalla sua scomparsa per mano della camorra.
A San Giorgio a Cremano si è tenuto un interessante reading dal titolo “Le Parole di Giancarlo” – organizzato e promosso dal FAI in collaborazione con la Fondazione Giancarlo Siani e condotto da Michelangelo Iossa.
A Villa Bruno si sono dati appuntamento il fratello Paolo, colleghi, rappresentanti delle forze dell’ordine, amici e soprattutto estimatori del giornalista ucciso dalla criminalità il 23 Settembre del 1985 per celebrare il suo coraggio e la sua professionalità, nonostante quando è morto avesse solo 26 anni.
E in che modo ricordarlo per far emergere la sua penna? Attraverso le sue parole. Articoli di Giancarlo, tratti da “Fatti di Camorra – Giancarlo Siani”, sono stati selezionati e letti nel corso del reading pomeridiano.
Presso la Biblioteca che ospita la Mehari verde di Giancarlo, i 666, band-simbolo della Vesuwave napoletana composta da amici di Siani, hanno proposto il brano “Troppo in fondo” che potrebbe essere definita la prima canzone anticamorra scritta in Italia. Il pezzo fu infatti scritto poco dopo l’uccisione di Giancarlo e fa riferimento al fatto che indagare troppo in fondo abbia decretato la sua fine.
Interessante e significativo che tra i lettori ci fossero anche molti giovani, tra volontari del Fai e attori, un modo per ravvivare nelle future generazioni la memoria di un impegno che non deve spegnersi.
Simona Buonaura










