Giancarlo Siani, il sogno di un giornalismo coraggioso

A quarant’anni dal suo assassinio, un documentario in onda il 23 settembre, su Rai 3, con la partecipazione di Toni Servillo, consegna alle nuove generazioni la memoria del giovane giornalista de “Il Mattino” di Napoli

“Bisogna chiudersi in difesa, ma non perdere l’entusiasmo. È un peccato”. Così scrive Giancarlo Siani a Chiara Grattoni, una sua ex fidanzata con cui mantiene un legame di profonda amicizia e confidenza anche dopo la fine della loro relazione e fino alla sua tragica esecuzione, nel 1985.

È soprattutto l’entusiasmo, infatti, unito ad una forte passione per il giornalismo come strumento per raccontare la verità dei fatti nella convinzione che possa servire a cambiare la società, ad accompagnare Siani nei suoi 26 anni di vita, ripercorsi dal documentario, a lui dedicato, “Quarant’anni senza Giancarlo Siani”, diretto da Filippo Soldi.

Selezionato nella sezione “Eventi Speciali Fuori Concorso” dell’undicesima edizione del Festival “Visioni dal Mondo” (dove è stato presentato al pubblico, lo scorso 13 settembre, nel Teatro Litta di Milano), il documentario verrà proiettato a Roma, nell’Auditorium Parco della Musica, il 22 settembre, e trasmesso da Rai 3, in prima serata, il 23 settembre, giorno del 40° anniversario del suo omicidio per mano della Camorra.

Il racconto ha inizio in un’aula del Liceo classico “Giambattista Vico” di Napoli, dove Giancarlo Siani ha studiato diplomandosi con il massimo dei voti, e dove ha tenuto il suo primo giornalino scolastico. Qui, l’attore Toni Servillo parla di lui ai giovani liceali di oggi, per consegnargli la sua lezione di vita attraverso la lettura di solo alcuni degli articoli (oltre 600) da lui scritti, intervallando le testimonianze di Paolo Siani (fratello di Giancarlo), del nipote Gianmario (presidente della Fondazione dedicata allo zio) e dei giornalisti, magistrati e investigatori che, solo nel 1993, riuscirono a far luce sul suo assassinio, rimasto impunito per otto anni.

Era la sera di sabato 23 settembre 1985, quando il ventiseienne Giancarlo Siani ‒ giornalista precario del “Mattino” di Napoli e corrispondente da Torre Annunziata per il suo giornale ‒ che si occupava di criminalità organizzata, raccontando con rigore e trasparenza i rapporti tra clan, politica e gestione del territorio e del traffico di droga, veniva ucciso dalla Camorra mentre tornava a casa a bordo della sua Citroën Mehari.omicidio siani

Quello stesso entusiasmo e fame di verità che aveva sempre animato il suo lavoro e le sue ricerche, pur consapevole di muoversi in un contesto difficile, gli costa la vita nel momento in cui un suo articolo rivela che i boss del clan Nuvoletta di Marano di Napoli (affiliati ai corleonesi di Totò Riina) hanno “venduto” ai Carabinieri il boss Gionta (alleato dei Nuvoletta e latitante nella loro tenuta di Marano) per stringere un nuovo patto con altri clan (in particolare, quello di Bardellino), per mettere fine alla nascente faida con i Casalesi. Una verità inascoltabile per quei clan che, facendo parte dell’ambiente mafioso e camorristico, non possono accettare di apparire traditori gli uni degli altri.

Dopo troppi anni di incertezze e di depistaggi, nel 1993 inizia a sgretolarsi il muro di omertà sul delitto Siani grazie alla volontà del primo pentito del clan Gionta di collaborare con la giustizia, permettendo di riaprire il caso. Attraverso un’indagine complessa, a cui si affianca un’approfondita inchiesta giornalistica, si arriva, a fine 1994, a individuare esecutori e mandanti del delitto grazie alle rivelazioni del cognato del boss Gionta, e, il 25 ottobre 1995, all’esecuzione degli ordini di cattura.

La Fondazione Siani e Giovanni Taranto insieme per i più piccoli
Giovanni Taranto

Giancarlo Siani verrà ricordato anche a Torre Annunziata dove, dal 19 al 23 settembre, tra le iniziative in programma, c’è un corso di aggiornamento professionale dell’Ordine dei Giornalisti alla presenza di tutti gli amici che lavorarono con lui sul territorio. E anche a Torre, nel pomeriggio del 23 settembre, verrà proiettato il documentario a lui dedicato. Nella stessa giornata, sarà annunciata un’opera teatrale, scritta dal giornalista e scrittore Giovanni Taranto, amico e collega di Siani, che sarà messa in scena nei prossimi mesi dalla compagnia torrese “Gli Artisti Scalzi”, con la regia di Francalisa Malacario.

Parlando di Siani e del suo lascito, il regista del documentario, Filippo Soldi ha detto che “l’entusiasmo ha mosso le sue azioni di giovanissimo cronista in un contesto ostile. L’entusiasmo ha animato l’indagine che, dopo tanta incertezza, ha portato all’individuazione di killer e mandanti del suo feroce assassinio. Uomini e donne che hanno dato tutto se stessi per quello a cui tenevano. E, così, hanno fatto la storia”.

Viviana Rossi

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