Diplomi facili a Sant’Antimo: chiuse le indagini, 51 persone indagate

Un diploma di scuola superiore senza mai mettere piede in classe, pagando rette salate e ottenendo anche voti alti. È lo scenario emerso dall’inchiesta della Procura di Napoli Nord, che ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 51 indagati, tra cui preside, vice preside, docenti e studenti di un istituto paritario di Sant’Antimo.

Le indagini, condotte dai finanzieri del Comando Provinciale di Napoli e coordinate nell’ambito di un protocollo tra Ministero dell’Istruzione e Guardia di Finanza, hanno svelato un sistema rodato: nel corso dell’anno scolastico 2023/2024, i docenti avrebbero falsificato i registri di classe, attestando la presenza di studenti che in realtà si trovavano altrove, persino a centinaia di chilometri di distanza.

Grazie all’incrocio dei dati delle forze dell’ordine, che segnalavano controlli a Milano, Bologna e perfino al Brennero negli stessi giorni e orari in cui i ragazzi risultavano presenti in aula, i finanzieri della compagnia di Frattamaggiore, guidati dal tenente colonnello Carmine Bellucci, hanno smascherato il meccanismo delle false presenze.

Per ottenere il diploma, secondo gli investigatori, gli studenti avrebbero versato rette da circa 5mila euro l’anno, arrivando fino a 25mila euro complessivi per completare il percorso e conseguire un titolo di studio fasullo, talvolta con votazioni superiori ai 70/100, senza frequentare le lezioni.

Gli indagati dovranno ora rispondere del reato di falso ideologico in concorso. L’inchiesta, coordinata dal procuratore facente funzioni Anna Maria Lucchetta, potrebbe aprire la strada a ulteriori sviluppi, mentre il Ministero dell’Istruzione valuta eventuali provvedimenti nei confronti della scuola coinvolta.

Sarah Riera

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