Dovranno affrontare il processo per omicidio colposo in concorso due medici e un’infermiera di un centro di riabilitazione di Roccapiemonte (Salerno), accusati di aver prescritto e somministrato una terapia antibiotica pur conoscendo la presenza di un’allergia riportata nella cartella clinica del paziente.
La vicenda risale all’ottobre 2018 e riguarda la morte di B.A., 75enne di Castel San Giorgio, deceduto dopo un’iniezione di Gladizim, farmaco utilizzato per trattare infezioni batteriche gravi. Secondo la ricostruzione, il medicinale fu somministrato nonostante l’anamnesi evidenziasse un’allergia al ferro, provocando nel paziente un immediato choc anafilattico, ritenuto concausa del decesso.
Dopo due richieste di archiviazione respinte, il gup di Nocera Inferiore ha disposto l’imputazione coatta accogliendo l’opposizione della famiglia della vittima, che chiedeva ulteriori accertamenti. Le nuove indagini hanno permesso di individuare responsabilità specifiche nel responsabile della clinica privata, nel neurologo prescrittore del farmaco e nell’infermiera che praticò l’iniezione.
Per il giudice, “sarebbe servita maggiore prudenza nell’individuazione dell’antibiotico da somministrare”, vista la chiara indicazione dell’allergia. L’autopsia aveva inizialmente attribuito la morte a cause naturali, ma senza escludere che l’iniezione avesse rappresentato una concausa determinante.










