Torre Annunziata, torna lo “Sposalizio dei Femminielli”: tra tradizione, rito e festa popolare

Domenica 28 settembre Torre Annunziata diventerà il palcoscenico di un evento straordinario, un rito antico che torna a vivere con tutta la sua forza simbolica e comunitaria: lo “Sposalizio dei Femminielli”, il matrimonio popolare e folklorico che intreccia musica, danze e memoria collettiva.

I “femminielli”, figure storicamente legate alla cultura partenopea, sono uomini con atteggiamenti e comportamenti femminili, parte integrante del tessuto sociale e antropologico della città di Napoli. Già nel 1897, l’autore Abele De Blasio raccontava del “spusarizio masculino”, un’unione simbolica celebrata con cortei festosi, sete colorate, trucchi sgargianti e gioielli appariscenti. Una tradizione che suscitava curiosità, divertimento, ma anche scandalo, e che ancora oggi resta patrimonio autentico della comunità, al di là di qualsiasi distinzione tra omo ed etero.

A Torre Annunziata il rito viene riproposto grazie all’organizzazione di AFAN e Caffè Letterario insieme a Korybass, con il contributo di realtà associative e culturali del territorio. Tra queste i Monelli tra i Fornelli, i ragazzi del carcere di Nisida che cureranno il catering, il lido Rena Nera che ospiterà il ricevimento, il Circolo Nautico Arcobaleno con le imbarcazioni per la crociera simbolica, e il gruppo Madonna de Rose, che animerà la serata con tammurriate e danze popolari.

Non mancheranno ospiti e artisti, tra cui Antonio “Il Capitano” e la tombolara Lorenzo Penniello de “I Cipria”.

Il programma

Alle ore 16 partirà il corteo dal rione pescatori: due carrozze, una per la sposa e una per lo sposo con le rispettive famiglie, attraverseranno Via Roma, Torre Centrale, Via Veneto, Penniniello, Piazza Cesaro, Provolera e Carminiello fino al porto di Torre Annunziata. Da lì, gli sposi saliranno su un’imbarcazione per approdare infine al Rena Nera, dove il banchetto suggellerà la festa.

Un rito che non è solo memoria folklorica, ma anche atto di comunità, resistenza e futuro, capace di tenere viva una delle tradizioni più autentiche della cultura partenopea.

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano