Sangue a Napoli, il ritorno degli agguati: ucciso Umberto Russo detto “pesciolino”

Un commando ha freddato a colpi di pistola un 33enne già noto alle forze dell’ordine in via Miano, a due passi dal Bosco di Capodimonte

Una domenica mattina di sangue a Napoli. Intorno alle 9.30 del 28 settembre, un uomo è stato colpito a morte in via Miano, nei pressi del Bosco di Capodimonte. La vittima, Umberto Russo, 33 anni, era a bordo della sua auto quando i sicari gli hanno sparato diversi colpi di pistola. Gravemente ferito, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Cardarelli, dove è deceduto poco dopo per la gravità delle lesioni riportate.

Sul luogo dell’agguato sono giunti immediatamente i Carabinieri della compagnia Vomero, incaricati di avviare i primi rilievi e di ricostruire la dinamica dell’azione criminale.

Il profilo della vittima

Non si trattava di un volto sconosciuto alle forze dell’ordine. Russo, soprannominato “pesciolino”, aveva precedenti specifici per droga ed era considerato vicino al clan Lo Russo, i cosiddetti “Capitoni”. La cosca, un tempo guidata da Salvatore Lo Russo, visse una profonda spaccatura dopo la collaborazione con la giustizia del suo storico boss, generando una lunga scia di violenza con agguati e regolamenti di conti nell’area nord della città.

Il nome di Russo compariva anche in un processo scaturito da un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, condotta dal Gico della Guardia di Finanza.

Il precedente del 2015

Non era la prima volta che Russo finiva nel mirino. Il 22 novembre 2015, era già riuscito a sopravvivere a un agguato in via Lazio, tra Miano e Secondigliano. In quell’occasione, fu bersagliato da una pioggia di proiettili mentre si trovava in compagnia di un uomo di 45 anni. Scampò alla morte, ma l’episodio confermò la sua esposizione a dinamiche criminali pericolose e a regolamenti di conti interni o esterni al clan di riferimento.

La scena dell’agguato

Questa volta, però, la violenza non gli ha lasciato scampo. I killer hanno agito in pieno giorno, di domenica mattina, su una strada trafficata, senza curarsi della presenza di residenti e automobilisti. Un’esecuzione che porta con sé i tratti distintivi di un agguato di camorra e che apre nuovi scenari investigativi sul controllo del territorio a nord di Napoli.

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