Un quarantenne è stato arrestato e posto ai domiciliari con l’accusa di induzione e sfruttamento della prostituzione minorile. Avrebbe obbligato la compagna sedicenne a prostituirsi, procurandole clienti e trattenendo i guadagni.
L’arresto è stato eseguito dai carabinieri della Compagnia di Giugliano in Campania, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. L’ordinanza è stata emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica – IV sezione Indagini, violenza di genere e tutela delle fasce deboli.
Le accuse nei confronti del quarantenne
Secondo quanto ricostruito, l’uomo avrebbe indotto e costretto la propria compagna minorenne, di appena 16 anni, a prostituirsi. L’indagato avrebbe procurato i clienti, organizzato gli incontri e intascato per sé i compensi.
Gli episodi si sarebbero verificati in camere di hotel e in luoghi appartati predisposti per le prestazioni, tutti scelti e gestiti dal quarantenne. La giovane non avrebbe ricevuto alcun beneficio economico, poiché i profitti erano trattenuti interamente dall’uomo.
Il periodo e i luoghi dei fatti contestati
La Procura ha precisato che i fatti contestati si collocano nel periodo compreso tra marzo e giugno 2025. Le condotte si sarebbero verificate in due aree principali: Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, e Castel Volturno, nel Casertano.
In queste zone sarebbero stati ricostruiti gli episodi di sfruttamento, confermati dalle risultanze investigative raccolte dai carabinieri.
Le attività investigative
Il quadro accusatorio è stato delineato grazie a numerose attività tecniche svolte dagli investigatori. Queste hanno permesso di documentare l’attività di sfruttamento e di ricostruire nel dettaglio la gestione dei rapporti da parte del quarantenne.
Secondo gli accertamenti, l’uomo sistematicamente induceva la compagna alla prostituzione, occupandosi di reperire i clienti, stabilire i luoghi degli incontri e curare ogni fase operativa, fino alla riscossione del denaro.
Dalle ricostruzioni degli inquirenti emerge che il comportamento contestato non sarebbe stato occasionale, ma caratterizzato da una continuità sistematica nel periodo oggetto delle indagini.