A San Giorgio a Cremano si respira aria di cambiamento. Dopo dieci anni da sindaco, Giorgio Zinno ha lasciato la fascia tricolore: le sue dimissioni sono diventate effettive a luglio 2025, scelta necessaria per candidarsi alle prossime elezioni regionali. Da allora la città è affidata a un commissario prefettizio che si occuperà solo dell’ordinaria amministrazione fino al voto comunale, atteso tra aprile e giugno 2026.
Un anno di transizione, il commissariamento durerà diversi mesi e segna la fine di una lunga stagione politica guidata dal centrosinistra. Sarà un periodo di attesa ma anche di fermento: i partiti e le liste civiche stanno già iniziando a muoversi per costruire le proprie squadre e individuare chi correrà per la carica di sindaco.
Chi potrebbe candidarsi? Nomi ufficiali non ce ne sono ancora, ma le prime indiscrezioni girano già:
Michele Carbone, consigliere comunale vicino al PD e considerato un continuatore di Zinno, viene visto da molti come il candidato naturale per storia e sinergia.
Giuseppe Giordano, anche lui nell’area del centrosinistra, potrebbe invece proporsi come alternativa interna.
Nel centrodestra il clima è più incerto: il nome di Bruno Cesario è circolato, ma al momento non sembra esserci una candidatura forte e condivisa.
Al di là dei partiti, c’è attesa anche per le liste civiche e i possibili candidati indipendenti, spesso espressione di associazioni o gruppi cittadini, che potrebbero approfittare della situazione per ritagliarsi spazio.
Le sfide sul tavolo non mancano e saranno al centro della campagna elettorale: sistemare strade, verde e spazi pubblici; migliorare i servizi per i cittadini, dalla scuola ai trasporti; affrontare la questione dell’edilizia scolastica e della sicurezza degli edifici; gestire meglio rifiuti e ambiente; garantire trasparenza e partecipazione nelle decisioni.
C’è anche la grande partita del bilancio comunale: chi arriverà a guidare la città dovrà dimostrare di saper trovare risorse e investimenti senza gravare troppo sui conti.
Per i sangiorgesi, il voto del 2026 sarà un momento importante: da un lato la possibilità di continuare sulla strada tracciata da Zinno, dall’altro l’occasione per scegliere un cambiamento. Tutto dipenderà dalle alleanze, dai programmi e, soprattutto, dai volti che scenderanno in campo.
Pietro Nicosia