“Suicidio assistito”: l’Asl conferma che Ada possiede i requisiti previsti dalla Corte Costituzionale

A seguito di una nuova verifica delle condizioni di salute da parte dell’Asl competente, Ada, 44enne campana affetta da SLA, ha ricevuto in data 7 ottobre la conferma di possedere tutti i requisiti previsti dalla sentenza “Cappato” della Corte Costituzionale n. 242/2019 e dalle successive pronunce n. 135/2024 e n. 66/2025.

Con una comunicazione ufficiale inviata ai suoi legali e alla stessa Ada, l’azienda sanitaria ha reso noto che procederà ora con le fasi consequenziali previste dalla sentenza n. 242/2019, ovvero con l’individuazione del farmaco e delle modalità di autosomministrazione.

Ada, quando e se lo vorrà, potrà quindi procedere con l’aiuto alla morte volontaria, nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali e delle pronunce della Corte.

Dichiara Ada:

“Dopo mesi di attesa e di battaglie, il Comitato etico ha espresso parere favorevole alla mia richiesta. Non ci sono parole adatte a descrivere il mio stato d’animo, ma proverò a rendere l’idea. Quando ho letto le parole ‘parere favorevole’, ho sentito letteralmente un peso scivolare dalle mie spalle. La SLA ha perso, io ho vinto. Non trascorrerò nemmeno un minuto in più ad avere paura di ciò che può farmi. Da oggi esiste solo il presente, e ogni giorno è prezioso. Da oggi sono legalmente padrona della mia vita e del mio corpo. Auspico la stessa serenità per tutte le persone che affrontano la mia stessa condizione, e che ogni essere umano possa un giorno esercitare questo diritto senza dover lottare fino all’ultimo respiro. Grazie a chi mi ha ascoltata, sostenuta e accompagnata in questo percorso.”

Dichiara l’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale di studio e difesa di Ada:

“Oggi Ada non riceve semplicemente un parere favorevole: ottiene il pieno riconoscimento del suo diritto costituzionale a decidere sul proprio corpo e sulla propria vita. L’Asl, dopo l’accordo raggiunto in Tribunale di Napoli, ha applicato in modo corretto e completo la sentenza Cappato e le successive decisioni della Corte, procedendo con le verifiche previste e avviando le fasi successive. Questo percorso dimostra che, quando le istituzioni rispettano la legge, è possibile garantire alle persone malate un diritto che non è un privilegio, ma una scelta libera e consapevole, riconosciuta dal nostro ordinamento.”

Dopo il diniego iniziale da parte dell’Asl, Ada aveva presentato — tramite il collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni — un ricorso d’urgenza al Tribunale di Napoli. Durante l’ultima udienza con l’azienda sanitaria si era concordata una nuova valutazione delle sue condizioni.

Negli scorsi giorni, Ada — inizialmente conosciuta con il nome “Coletta” — aveva deciso di uscire dall’anonimato, raccontando la propria situazione in un video. A leggere le sue parole è stata la sorella Celeste, poiché Ada, colpita dalla SLA diagnosticata lo scorso anno, non riesce più a parlare.

A seguito del rapido decorso della grave patologia neurodegenerativa, diagnosticata nel giugno 2024, Ada non riesce più a parlare né a camminare, e necessita dell’assistenza continua dei familiari per svolgere qualsiasi attività.

Senza i suoi caregiver non potrebbe alimentarsi, bere, assumere i farmaci o espletare le funzioni vitali, e morirebbe di stenti in modo atroce e doloroso.

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