Nessuno sconto di pena per Franco Panariello, 57 anni, originario di Torre del Greco e residente nel Fabrianese, condannato a cinque anni di reclusione dalla Corte d’Appello di Ancona per i maltrattamenti inflitti alla moglie Concetta “Titti” Marruocco e alla loro figlia minorenne. Una sentenza arrivata tardi, quando ormai il nome dell’uomo è indissolubilmente legato a uno dei più tragici femminicidi avvenuti nelle Marche.
Il 14 ottobre 2023, Panariello uccise la moglie con 43 coltellate nella loro abitazione di Cerreto d’Esi, appena un mese dopo l’avvio del processo per le violenze domestiche.
Concetta Marruocco, 53 anni, infermiera, aveva trovato la forza di denunciare vent’anni di soprusi, raccontando in aula – il 13 settembre 2023 – un vissuto di botte, umiliazioni e abusi.
I giudici avevano disposto il divieto di avvicinamento e l’uso del braccialetto elettronico, ma quella notte il dispositivo non segnalò alcuna violazione, consentendo all’uomo di raggiungere l’ex moglie e trasformare la paura in tragedia.
Durante il processo per maltrattamenti, Panariello si era difeso sostenendo di essere stato “dipinto come un mostro” e di aver “sempre amato” la moglie.
Per il femminicidio, l’uomo è stato condannato all’ergastolo il 17 dicembre 2024, sentenza contro la quale ha presentato ricorso in appello. La recente decisione della Corte d’Appello di Ancona, che conferma la condanna per i maltrattamenti, chiude un altro capitolo di una vicenda che ha sconvolto la comunità marchigiana e quella torrese.
A Torre del Greco, città natale della vittima, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Mennella ha dedicato una panchina rossa a Titti Marruocco, simbolo della lotta contro la violenza di genere e del coraggio di chi, come lei, aveva provato a liberarsi da un incubo lungo vent’anni.
Sarah Riera
