Erano consapevoli che il figlio più piccolo, in passato, aveva già gettato oggetti dal balcone. Nonostante ciò, non avrebbero rafforzato le serrature né impedito al minore di accedere all’esterno e di maneggiare manufatti ornamentali di un certo peso. Sono queste le motivazioni alla base della decisione della Procura di Napoli di porre sotto accusa una coppia di professionisti napoletani, genitori del tredicenne ritenuto responsabile del lancio di due oggetti che, precipitando dai piani alti di un edificio dei Quartieri Spagnoli, provocarono la morte di Chiara Jaconis, turista padovana di 30 anni.
La tragedia avvenne nel settembre dello scorso anno, in via Sant’Anna di Palazzo, e sconvolse la città. A tredici mesi di distanza, la Procura ha chiuso le indagini e contesta ai due genitori l’accusa di cooperazione in omicidio colposo, ritenendo che non abbiano adottato le necessarie misure di prevenzione.
Parallelamente, la Procura per i Minori ha chiesto l’archiviazione per il figlio, non ancora quattordicenne e dunque non imputabile. Secondo gli inquirenti, coordinati dai pm Ciro Capasso e Raffaele Barela, il ragazzo aveva già compiuto in passato gesti simili, lanciando dal balcone piccoli oggetti come mollette, un telecomando e un tablet.
I due manufatti che avrebbero colpito la vittima – riproduzioni del faraone Akhenaton e della regina Nefertiti – pesavano rispettivamente 2,2 e 4,6 chili. Non è stato possibile stabilire quale dei due abbia provocato il colpo mortale.
Dalle indagini emerge che i genitori erano consapevoli dei comportamenti del figlio e avevano tentato di rendere inaccessibile il balcone, ma nel tempo le misure adottate sarebbero divenute inefficaci. «Uno stato di preoccupazione che non si è tradotto in una vigilanza effettiva», scrivono i pm.
Assistiti dal penalista Carlo Bianco, i coniugi hanno respinto ogni accusa durante l’interrogatorio davanti alla Procura minorile, negando di aver trascurato i figli o di essere proprietari dei manufatti incriminati.
Ora la vicenda è destinata a proseguire sul piano giudiziario: dopo la notifica degli avvisi di garanzia, la difesa potrà presentare memorie o chiedere nuovi interrogatori. Poi, salvo sorprese, la Procura formulerà la richiesta di rinvio a giudizio per i due genitori.









