A Palma Campania i carabinieri della locale stazione hanno portato alla luce un ritrovamento che sembra uscito da un film di spionaggio: due penne-pistola perfettamente funzionanti, trovate nell’abitazione di un 27enne già noto alle forze dell’ordine. L’intervento, nato da un’attività di indagine su un possibile traffico di armi e droga, ha rivelato un kit da rapinatore completo, composto da un fucile a gas compresso calibro 4.5 mm con caricatore a nastro da 30 colpi, una pistola a salve semiautomatica, cinque proiettili veri e 47 munizioni a salve.
Le “penne” che sparano
La scoperta più inquietante è contenuta in una scatola rossa appoggiata sul comodino. Al suo interno, due penne metalliche color argento, perfettamente funzionanti come strumenti di scrittura ma con un segreto micidiale: erano armi da fuoco camuffate. Una penna risultava calibro 22, l’altra calibro 6,35 x 16SR, entrambe dotate di meccanismo a molla interno pronto a scattare quando la testina veniva tirata. Nel fusto, una camera per l’alloggio del proiettile. Oggetti apparentemente innocui, ma capaci di uccidere.
Armi e droga nella stessa abitazione
Durante la perquisizione, insieme alle due penne-pistola, i carabinieri hanno rinvenuto anche 26,6 grammi di cocaina suddivisa in tre involucri e un bilancino di precisione. Il giovane è stato arrestato e trasferito in carcere: dovrà rispondere di detenzione illegale di armi e sostanze stupefacenti. Tutto il materiale, compreso l’arsenale camuffato, è stato sequestrato per gli accertamenti balistici e tecnici.
Un fenomeno in espansione
Il ritrovamento di Palma Campania si inserisce in un contesto più ampio: il traffico di armi a Napoli e provincia continua a destare allarme. Dall’inizio dell’anno, secondo i dati forniti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli, sono già state sequestrate 150 armi da taglio, 319 armi improprie – tra tirapugni, mazze e nunchaku – e 152 armi da fuoco. Un numero in costante aumento, che testimonia la diffusione e la varietà del fenomeno.
Le armi travestite: una minaccia nascosta

Non è la prima volta che i carabinieri partenopei si trovano di fronte a armi camuffate. Negli scorsi mesi, nel comune di Villaricca, era stata rinvenuta una pistola-portachiavi calibro 7.65, completa di due cartucce pronte a essere esplose semplicemente premendo un pulsante sul dorso. Da allora, l’attenzione degli investigatori si è concentrata anche su armi-giocattolo modificate e strumenti letali nascosti in oggetti di uso comune, che finiscono spesso nelle mani di giovanissimi o vengono utilizzati dalla criminalità organizzata.
La strategia dei controlli
Le indagini tradizionali e tecniche, unite alle attività di monitoraggio del web, permettono ai carabinieri di contrastare il traffico di armi su più fronti. Mentre vengono setacciate le zone della movida napoletana, dove si registra un crescente coinvolgimento di minori, le pattuglie estendono i controlli anche ai comuni della provincia, dove si muovono le reti di approvvigionamento e di trasformazione delle armi clandestine.
Un allarme che resta alto

Il sequestro delle penne-pistola di Palma Campania rappresenta uno degli episodi più singolari e preoccupanti dell’anno, simbolo di un fenomeno che unisce furbizia criminale e sofisticazione tecnologica. Le indagini proseguono per chiarire la provenienza delle armi e l’eventuale collegamento con reti di traffico illegale attive tra Napoli e Salerno, mentre le forze dell’ordine ribadiscono la necessità di mantenere alta l’attenzione su un mercato che, sempre più spesso, nasconde la morte dentro un oggetto apparentemente innocuo.










