Pokémon Leggende Z-A è il simbolo di un brand che vive di inerzia

Pokémon Leggende Z-A è stato accolto con un plauso quasi unanime dalla critica, raggiungendo un rispettabile 79% su Metacritic. Eppure, molti fan sono rimasti sorpresi da un simile entusiasmo — dopotutto, il punteggio degli utenti si ferma a un modesto 4.5 su 10 — soprattutto considerando quanto poco convincenti fossero i trailer pre-lancio. Certo, ci si aspettava che Game Freak potesse riservare qualche sorpresa, ma è difficile credere che sia davvero riuscita a ribaltare le aspettative.

Non voglio dire che Pokémon Leggende Z-A sia un brutto gioco, né che fosse destinato al disastro. Il problema è che i suoi difetti vanno ben oltre l’aspetto superficiale: minano la qualità complessiva del brand e, ancor di più, della sottoserie Leggende.

Un gioco mediocre a cui stiamo dando troppo credito

Pokémon Leggende Z-A è un titolo eccezionalmente nella media, e questo è ciò che fa più male. Non è solo per via dei suoi scenari anonimi e privi di vita, o per gli ambienti statici popolati da NPC immobili, negozi senza interni e palazzi clonati con finestre in JPEG. Non è neppure per la scarsità di nuove creature o per l’eccessivo focus sulle Mega Evoluzioni, una meccanica tutt’altro che innovativa.

Il vero problema è che la sua principale novità consiste in un sistema di combattimento che imita in modo annacquato quello di Xenoblade Chronicles. Il gioco non si assume alcun rischio né nella narrazione né nell’ambientazione, proponendo ancora una volta un racconto prevedibile e infarcito di tutorial interminabili e non saltabili, un incubo per chi gioca a Pokémon fin dalla prima generazione.

Manca l’audacia che aveva reso Leggende Arceus una boccata d’aria fresca. Manca quella sensazione di avventura e di scoperta che rendeva quel titolo rivoluzionario rispetto al passato.

Nonostante ciò, Pokémon Leggende Z-A riceve recensioni entusiastiche, anche se manca di doppiaggio (obbiettivo raggiunto solo in tempi PS2), grafica dignitosa e ambienti immersivi. Sì, gira bene su Nintendo Switch 2, ma sarebbe stato più sorprendente il contrario, vista la semplicità tecnica del prodotto.

Sembra che ci siamo tutti un po’ abituati ai compromessi di Game Freak, accettando difetti e carenze in titoli venduti a prezzo pieno come veri tripla A. Questa indulgenza collettiva rischia di rovinare non solo il marchio Pokémon, ma anche l’eredità della serie Leggende.

Pokémon Leggende Z-A ha danneggiato la serie Leggende

Certo, anche Pokémon Leggende Arceus aveva i suoi limiti, ma almeno osava. Il suo mondo semi-aperto gettava le basi per Scarlatto e Violetto, e l’idea dei Pokémon selvatici capaci di attaccare il giocatore era qualcosa di mai visto prima. L’ambientazione storica offriva una prospettiva nuova e originale sull’universo della serie, ricordando i migliori spin-off come Pokémon Conquest.

La meccanica della cattura diretta, senza bisogno di combattere, era brillante e innovativa, e la progressione del Pokédex era finalmente interessante anche per chi non lo completava mai. Tutto ciò rendeva Leggende Arceus un titolo rivoluzionario, un’esperienza capace di ridefinire Pokémon per una nuova generazione, per quanto scarso e fatto male al livello tecnico.

Leggende Z-A, invece, non riesce a replicare quell’esperienza. Il suo unico vero elemento nuovo, il combattimento in tempo reale, è solo una brutta copia di Xenoblade. Non basta a far percepire al giocatore un salto in avanti, e il ritorno delle Mega Evoluzioni, presentato come un grande evento, si rivela una trovata nostalgica senza spinta creativa.

Pokémon Leggende deve osare di più

Game Freak e The Pokémon Company devono fare molto di più. Non si tratta solo di aggiungere un po’ di doppiaggio, grafica curata o ambienti più realistici. Si tratta di riconoscere che Pokémon dovrebbe essere un’esperienza tripla A, degna del prezzo che chiede, che come Nintendo ci sta insegnando, molto superiore a titoli come Expedion 33 (50 euro) e HollowKnight Silksong (20 euro).

Pokémon deve evolversi, portare qualcosa di nuovo al genere dei giochi di cattura e collezione di creature, proprio come The Legend of Zelda ha saputo reinventarsi. Game Freak ha già dimostrato di saper creare esperienze interessanti al di fuori del franchise, quindi la capacità non le manca.

Senza innovazione, Pokémon rischia di diventare un marchio stanco, un residuo di un’epoca passata in cui i fan accettavano qualunque cosa venisse loro proposta. Con rivali come Coromon, Nexomon, Moonstone Island, Cassette Beasts, TemTem, Monster Hunter Stories, Ooblets e perfino Palworld, la concorrenza non è mai stata così viva.

La serie Leggende rappresentava la grande occasione per cambiare rotta. Se la serie principale deve restare legata alle sue formule tradizionali, almeno la sottoserie Leggende avrebbe potuto spingersi oltre, sperimentare, sorprendere.

Ed è per questo che è così triste vedere Pokémon Leggende Z-A accontentarsi della mediocrità, quando aveva tutte le carte in regola per essere la prossima, grande evoluzione del mondo Pokémon.

Pasquale Cirillo

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano