Nei giorni scorsi ho letto della dipartita del maestro Corelli, m’è dispiaciuto tantissimo, l’ultima volta che ho parlato con lui, notai la tristezza nei suoi occhi velati dalla trascuratezza dei politici nel non volergli assegnare un posto in cui avrebbe potuto creare tanti giovani che avrebbero potuto tramandare la sua arte.

Ora forse calerà il sipario su quei pupi che sembrano piangere la mancanza del loro creatore, Orlando era il suo preferito, ma anche Rinaldo con quell’armature favolose che il bravo Lucio amava arricchire.

E la mente torna al baraccone verde che all’angolo di via Castello, dove prima sorgeva la chiesa di San Luigi, meta dei nostri sogni di ragazzi. Gente semplice che di sera spendeva pochi spiccioli per andare a vedere le gesta della Chanson de Roland o le guapparie di Tore ‘e Crescenz. C’era da ridere specialmente quando il cattivo nero vestito di Gano di Maganza ordiva bugie contro gli amati paladini e uno spettatore saltava sul palco per picchiare quel fetentone.

Anime pulite, che mangiavano noccioline e si divertivano a buttare le rimasuglie sui poveri malcapitati e all’uscita tutto era come prima, una risata una pacca sulla spalla e si tornava a casa, ma si camminava contenti per aver visto quei bei pupi che lottavano per una giusta causa senza farsi soverchiare dalle malefatte.

Ciao Maestro, vedi quanto bene hai fatto, ora la mia speranza è che qualcuno prenda le tue redini e faccia galoppare la tua fantasia… e grazie per esserci stato su questa terra.
E mò bona serata…

Ernesto Limito

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano