La prima edizione del “Premio Oplonti – Siamo gocce dello stesso mare” ha chiuso i battenti con la cerimonia di consegna dei premi ospitata, ieri sera, nel Centro commerciale Maximall.

Un riconoscimento nazionale, quello che prende il nome dall’antico nome di Torre Annunziata, rivolto a giornalisti, registi di teatro e di cinema, ma anche attori, scrittori e rappresentanti della società civile, che si sono distinti, a vario titolo, per il loro impegno costante nella difesa dei diritti umani, della solidarietà, della cultura e della salvaguardia del territorio.

Una salvaguardia che è anche rinascita, e che è sinonimo, per Torre Annunziata e le altre città del Vesuviano, di crescita e sviluppo delle tante forme di associazionismo che fanno sentire con forza la loro presenza nel tessuto sociale e culturale, riuscendo, rispetto al passato, a far arrivare l’eco della loro attività e del loro impegno quotidiano anche fuori dai confini locali.

Uno dei contributi più efficaci e autorevoli in questa direzione, nei molteplici ambiti in cui si manifesta il suo impegno, è quello di Giovanni Taranto – giornalista di cronaca nera, giudiziaria e investigativa, ma anche prolifico scrittore e sceneggiatore, che, nei suoi libri (la saga del Capitano Mariani si arricchirà presto del tanto atteso quarto volume, e i casi del Commissario Palumbo hanno fatto vincere per ben due volte a Taranto il concorso Gialli.it-Mondadori), mette in risalto le luci e le ombre di una realtà complessa come quella del Vesuviano.

Gli abbiamo chiesto che cosa significa, per lui, aver ricevuto il Premio Oplonti per la categoria “Difesa del Territorio”.

“Non posso che sentirmi lusingato per il riconoscimento che mi è stato assegnato, trattandosi di un premio nazionale per categorie universali che ha ancora più valore proprio perché la giuria di esperti (Corrado Cuccurullo, sindaco di Torre Annunziata, Ileana Del Bello, direttrice generale di Amnesty International Italia, Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale di Articolo21, Paolo Siani, pediatra e consigliere della Fondazione Giancarlo Siani, Nino Daniele, ex assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e presidente ANPI-Napoli Centro e Annella Prisco, scrittrice, NdR) ha deciso di darlo ad un torrese come me, ritenendo che il mio lavoro quarantennale nell’antimafia, nell’anticamorra e nel sociale, anche attraverso il recupero dei minori a rischio grazie a discipline come il Taekwondo, fosse meritevole di un riconoscimento.

In passato, tutto questo impegno, non solo mio ma anche di tanti altri concittadini più o meno noti ‒ tra loro, anche l’amico e collega Giancarlo Siani, che stiamo ricordando nel quarantennale del suo assassinio con tante iniziative a lui dedicate ‒ non riusciva ad avere la giusta eco al di fuori dei confini locali, e a far avere sufficiente visibilità a realtà territoriali come quella in cui vivo e lavoro. Oggi, per fortuna, sembra esserci un’attenzione diversa, un cambiamento che deve spronare a non fermarsi e ad andare avanti per questa strada”.

Un valore, quindi, quello del premio e di ciò che rappresenta, che deve stimolare a un impegno sempre maggiore per non restare fine a sé stesso.

“Assolutamente sì. Ognuno di noi dovrebbe prendere le proprie passioni, abilità e competenze e metterle a disposizione della comunità. Per anni, questo concetto, che per me è una ferma convinzione, è stato riconosciuto fuori dalla Campania come un occhio di bue che illumina un punto dall’alto ma non entra nel merito del problema e delle soluzioni possibili per affrontarlo. È importante, invece, che venga condiviso anche nel proprio territorio, e che ognuno, nel suo piccolo, faccia concretamente la propria parte per diventare un modello di riferimento a cui ispirarsi.

Per quanto mi riguarda, questo premio e gli altri riconoscimenti ricevuti fino ad oggi suscitano sempre più interesse per la mia attività di scrittore, portandomi a fare nuove esperienze di scrittura anche per il cinema e la Tv.

Nuovi progetti in cantiere, quindi?

“Sì. A febbraio 2026 uscirà il nuovo libro della saga Mariani (edito da Avagliano), che presenterò al Salone del Libro di Torino. Fra poche settimane, verrà pubblicata la nuova raccolta di Gialli.it con il secondo racconto vincitore del concorso Mondadori che ha per protagonista il Commissario Palumbo. Idem per le “Ricette con delitto”, un progetto Gialli.it che mi vedrà coinvolto con due racconti.

Sul versante televisivo, un progetto di fiction sulle indagini del Capitano Mariani e, sul fronte cinematografico, un progetto di film dedicato a Palumbo, prodotto dalla Vulcano Film, in cerca di partnership e sponsor. Ultima ma non ultima, un’opera teatrale su Giancarlo Siani, su mio testo, che andrà in scena all’inizio del 2026. Come dicevo, mai fermarsi e proseguire sulla strada dell’impegno in tutti i modi possibili”.

Viviana Rossi

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