“Volevo portare i nostri temi al centro del dibattito politico regionale. Formazione, occupazione, turismo, il tutto con la competenza di chi siede da sempre dall’altra parte del tavolo, quello del mondo reale, e con l’appoggio dei tanti che mi hanno chiesto di impegnarmi attivamente per far sì che ciò accadesse. Ho sognato, mi sono impegnato e ho lavorato tantissimo per far sì che ciò accadesse. Ma ho peccato in distanza dalla realtà: dove ho provato a portare contenuti e proposte ho ricevuto in cambio i ‘conti del salumiere’ su voti, liste e seggi. Forse sono un illuso, forse addirittura un incosciente sognatore, ma non è questa la politica che immaginavo”. Con queste parole, e non “senza rammarico” come scrive sui suoi profili social, l’imprenditore Enrico Ditto annuncia il suo ritiro dalla corsa per la composizione del prossimo Consiglio Regionale della Campania.
“C’è dispiacere sincero, ma anche gratitudine enorme per i tanti che mi hanno sostenuto e hanno creduto a un progetto politico che nell’area moderata fosse incentrato sulle competenze. Però non sgomito per una poltrona. Resto fedele al mio lavoro e alla mia famiglia e continuerò a mettere la mia esperienza al servizio della comunità. La passione non si perde, ma deve obbligatoriamente evolversi in qualcosa di diverso per far sì che superi queste logiche che, purtroppo, continuano a essere imperanti”.
Per questo, lo stesso Ditto non parla di “passo indietro” ma di “passo di lato”. “Questa campagna elettorale – sostiene non senza rabbia Ditto – ha segnato un punto di non ritorno per quella politica che dovrebbe essere al servizio dei cittadini. Ha mostrato, e anche spesso senza vergogna, di essere una politica al servizio di sé stessa. Ed io, che ho messo sempre al centro del dibattito i temi, quelli veri, quelli che interessano ai cittadini, da imprenditore, da napoletano e da padre non posso accettare che siano proprio i temi i grandi assenti in queste elezioni regionali”.
“Non posso accettare – continua Ditto – che si tiri fuori la sanità a una manciata di giorni dal voto senza avere una stracciata idea di come migliorarla ma solo per usarla come argomento dei post social. Non posso accettare che di mobilità sostenibile non si sia mai parlato in quattro, cinque mesi ma di accordi e gossip politico sì. Non posso accettare che non si parli di istruzione, di eventi, di turismo e decentralizzazione dei flussi, di aree interne… di nulla. Potrei continuare all’infinito ma basta leggere le cronache politiche sui nostri giornali per comprendere cosa è stato davvero importante per la gran parte dei candidati in queste lunghe settimane”.
Per questo, prima di riprendere l’impegno attivo politico, Ditto conferma che “ci vuole un progetto di più ampio respiro, che sia alternativo ai partiti tradizionali ma che sappia cercare un dialogo costruttivo con essi, su altri presupposti. La cosiddetta società civile, ma non quella per riempire l’ennesima lista ma quella che può offrire una alternativa reale a una gestione della cosa pubblica che sia utile per la crescita collettiva”.










