Il Tribunale di Torre Annunziata ha scritto un nuovo capitolo nella complessa vicenda del fallimento Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A., con una sentenza che riporta un barlume di fiducia a chi da oltre un decennio attende giustizia. Il giudice Valentina Vitulano, con decisione del 5 novembre 2025, ha accolto le domande della Curatela fallimentare, condannando Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. al pagamento di 1.591.885,28 euro, oltre interessi, rivalutazione monetaria e spese legali. Una pronuncia che, pur di primo grado e impugnabile, rappresenta un segnale di svolta nel percorso giudiziario legato a uno dei crac più devastanti della storia economica campana.
Un nuovo verdetto nel mare agitato del crac Deiulemar
Le storie di navi e risparmi intrecciate al nome Deiulemar si sono trasformate in un naufragio finanziario che ha travolto migliaia di famiglie. La compagnia, un tempo fiore all’occhiello della marineria nazionale, ha lasciato dietro di sé un buco da circa 800 milioni di euro e circa 13.000 risparmiatori in attesa di ristoro. La sentenza del 5 novembre si inserisce in un filone di cause promosse dalla Curatela contro gli istituti bancari ritenuti corresponsabili del dissesto, contribuendo a chiarire le responsabilità finanziarie e ad alimentare, seppur lentamente, la ricostruzione della massa attiva del fallimento.
La condanna a Monte dei Paschi e il precedente di UBI Banca
Il pronunciamento firmato dal giudice Vitulano segue di pochi giorni un’altra decisione significativa: quella del 31 ottobre 2025, in cui UBI Banca era stata condannata al pagamento di un risarcimento di 18,5 milioni di euro a favore della Curatela. Due sentenze ravvicinate che, secondo molti osservatori, delineano un orientamento favorevole ai creditori da parte del Tribunale di Torre Annunziata, e rafforzano la strategia processuale adottata dai curatori fallimentari. Come si legge nel dispositivo, Monte dei Paschi è stata condannata al pagamento della somma principale, con interessi e rivalutazione monetaria, oltre alla condanna alle spese legali, confermando l’esistenza di profili di responsabilità a carico dell’istituto convenuto.
Un segnale per i risparmiatori traditi
Per i piccoli investitori coinvolti, la doppia decisione del 31 ottobre e del 5 novembre è un segnale di speranza. Dopo anni di attese, udienze e rinvii, i risparmiatori vedono finalmente riconosciuto, almeno in parte, il principio di giustizia economica che da tempo reclamano. A oggi, i creditori hanno recuperato meno del 30% delle somme investite, ma la condanna a Mps rappresenta un nuovo tassello nel mosaico giudiziario che potrebbe tradursi in futuri riparti più consistenti. Non si tratta di un rimborso immediato, ma di un precedente giuridico importante, destinato a influenzare le cause ancora in corso e a rafforzare la posizione negoziale della Curatela nei confronti degli altri istituti coinvolti.
La voce della Curatela: un impegno che continua
In una nota diffusa dopo la pubblicazione della sentenza, la Curatela fallimentare ha espresso soddisfazione per l’esito del giudizio, sottolineando la continuità dell’azione legale intrapresa. “È un risultato che conferma la bontà delle nostre iniziative e che restituisce fiducia ai creditori”, si legge nel comunicato ufficiale. “Continueremo a difendere con determinazione gli interessi degli obbligazionisti e dei risparmiatori che da anni attendono giustizia.” La Curatela, infatti, ha già annunciato che seguirà con attenzione i successivi sviluppi e i possibili appelli, pronta a proseguire nella difesa dei diritti dei risparmiatori e nel recupero delle somme destinate alla massa passiva.
Una battaglia che vale più di un verdetto
Come osservato da chi ha seguito da vicino la vicenda, questo risultato non è soltanto un successo processuale, ma un commento critico sul sistema bancario che per anni ha gestito i risparmi dei campani con logiche speculative e scarsa trasparenza. La decisione del giudice Vitulano, pur limitata a un singolo procedimento, diventa simbolo di una rivincita collettiva: quella dei cittadini che hanno visto svanire i sacrifici di una vita e che oggi, lentamente, rivedono la possibilità di ottenere giustizia.
Le considerazioni dell’avvocato Lelio Mancino
L’avvocato Lelio Mancino, che da anni segue la vicenda del crack Deiulemar, ha definito la sentenza “un importante passo avanti per i creditori del Fallimento Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A.” e ha spiegato che si tratta di “una decisione di grande rilievo per la massa creditoria”, poiché “conferma la fondatezza delle azioni intraprese dalla Curatela nei confronti degli istituti bancari coinvolti nel dissesto finanziario della società.” L’avvocato ha inoltre precisato che “il percorso giudiziario non è ancora concluso”, ma che la pronuncia del Tribunale rappresenta “un segnale positivo per tutti i creditori, rafforzando la fiducia nella possibilità di ottenere, anche se parziale, un ristoro economico dopo anni di attese e contenziosi.”
Una speranza che non affonda
Dopo oltre dieci anni di battaglie legali e di perdite economiche devastanti, la sentenza del 5 novembre 2025 restituisce ai risparmiatori una speranza concreta, quella di vedere finalmente riconosciuti i propri diritti e il proprio dolore. La Curatela ha annunciato che nei prossimi mesi saranno forniti nuovi aggiornamenti sulle evoluzioni processuali e su eventuali altre pronunce che potranno consolidare questo orientamento favorevole. In un mare di delusioni e lungaggini giudiziarie, la rotta verso la giustizia sembra, per la prima volta dopo anni, indicare una direzione di fiducia e di verità.
Ivan di Napoli









