Nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, i militari del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata hanno dato esecuzione, in data 12 novembre 2025, a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Le due persone destinatarie del provvedimento sono gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza con violenza e minaccia e tentata estorsione, tutti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan camorristico D’Alessandro, storicamente operativo a Castellammare di Stabia.

Il monopolio del servizio ambulanze al San Leonardo

Castellammare di Stabia, due arresti nel clan D’Alessandro: indagine sulla gestione delle ambulanze e tentata estorsione allo stadio MentiSecondo quanto emerso dalle indagini, l’organizzazione criminale avrebbe gestito in modo occulto e in regime di monopolio il servizio di soccorso “118” e il trasporto infermi con ambulanze presso l’ospedale San Leonardo di Castellammare.
Il controllo sarebbe stato esercitato attraverso intimidazioni sistematiche nei confronti degli imprenditori concorrenti, così da escludere ogni forma di libera concorrenza e consolidare il dominio sul territorio.

Tentata imposizione del servizio bar allo stadio Menti

Le indagini avrebbero inoltre rivelato un tentativo di imposizione del servizio di ristoro e bar all’interno dello stadio “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia, sede degli incontri della Juve Stabia. Anche in questo caso, secondo gli investigatori, la finalità era quella di ampliare il controllo economico e territoriale della consorteria criminale.

I nomi degli indagati

Daniele Amendola, 45 anni (in carcere)
Giuseppe Di Lietro, 32 anni
Pasquale Esposito, 50 anni
Antonio Rossetti, 42 anni
Luigi Staiano, 47 anni (in carcere)

Sequestro della società e sviluppi dell’inchiesta

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, il GIP ha disposto anche il sequestro preventivo della società attraverso la quale sarebbe stato realizzato il regime di monopolio nel settore delle ambulanze, ritenuta strumento per il consolidamento del potere del clan.

La Procura ha precisato che il provvedimento eseguito costituisce una misura cautelare emessa in fase di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione.

Le persone coinvolte sono sottoposte a indagine e devono considerarsi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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