L’idea dell’ attivazione del gemellaggio tra Venezia e Pompei, proposta dal divulgatore storico e araldista Orazio Mezzetti, veneziano, rappresenta molto più di un accordo formale tra due città: è il riconoscimento di una radice spirituale condivisa, che attraversa i secoli e si rinnova oggi con forza e bellezza.
Venezia, protagonista della storica battaglia di Lepanto del 1571, fu tra le città che risposero all’appello di Papa Pio V, il quale invitò i cristiani a pregare il Rosario per la salvezza dell’Europa già minacciata dai turchi alle porte di Vienna nel 1529. La vittoria, attribuita all’intercessione della Vergine Maria, diede origine alla festa del Santo Rosario, che ancora oggi viene celebrata il 7 ottobre.
Pompei, secoli dopo, divenne il cuore pulsante di questa devozione grazie all’opera di San Bartolo Longo, fondatore del Santuario della Beata Vergine del Rosario. La sua missione di fede e carità trasformò la città in un centro di rinascita spirituale, e la sua recente canonizzazione ne conferma il valore universale.
A rendere ancora più significativa questa unione è la coincidenza provvidenziale dei 150 anni del celebre dipinto della Madonna del Rosario, icona di fede e speranza, festeggiata con la presenza del Cardinale Pietro Parolin.
Il gemellaggio tra Venezia e Pompei è dunque un ponte tra storia e devozione: la spada e il rosario, la Madonna della Vittoria e la Madonna del Rosario. Un messaggio che parla al cuore dell’Italia e dell’Europa, invitando a riscoprire le radici comuni e a costruire insieme un futuro di bellezza, dialogo e fede condivisa.
La proposta dell’ attivazione di un gemellaggio tra Venezia e Pompei, è stata avviata il 3 novembre, con la spedizione di una lettera di invito ai sindaci delle due città, a prendere in considerazione l’iniziativa storico religiosa.










