Il tramonto del gioco fisico: le ragioni di una crisi epocale

Il comparto retail è praticamente ai titoli di coda, mentre il gioco online sta vivendo il suo miglior momento con una crescita sempre più marcata.

La trasformazione del gioco in Italia ormai è sotto gli occhi di tutti. Ed è lampante come ormai non sia soltanto il risultato dell’avanzata tecnologica, ma il segnale di una mutazione economica profonda, che parte dal gambling, sì, ma presto toccherà tutti i comparti fisici. Il trend, infatti, è questo: il modello del luogo di vendita terrestre sarà sempre più obsoleto.

Negli ultimi cinque anni mentre il canale online è cresciuto del 153%, il comparto terrestre ha perso il 12%, con oltre quattromila punti vendita chiusi e migliaia di posti di lavoro cancellati. Gli utenti non hanno smesso di giocare: hanno semplicemente cambiato ambiente, spostandosi verso un altro canale. Al cuore di tutto questo, insomma, c’è un problema strutturale. Un problema che è innanzitutto economico: ogni agenzia vive di costi fissi elevati (affitti, personale, manutenzione, imposte locali), voce che a fine mese hanno un peso sempre maggiore. La struttura dei costi rimane rigida mentre i ricavi scivolano verso un settore digitale fondato, invece, su dinamiche quasi opposte. Una piattaforma online sostiene costi iniziali significativi, ma successivamente ogni nuovo utente pesa poco sui costi complessivi e incrementa la redditività totale. È un modello scalabile, agile, capace di adattarsi alla domanda e di generare margini crescenti.

Il deficit del marketing

Alla fragilità economica del fisico si aggiunge un secondo elemento decisivo: la mancanza di strumenti commerciali competitivi. Come spiega Slot Mania, l’online ha costruito il proprio successo anche grazie a meccanismi di incentivo e di fidelizzazione capaci di abbattere la soglia d’ingresso per gli utenti: è il caso dei bonus senza deposito, dei crediti gratuiti, delle welcome offers personalizzate, dei programmi fedeltà. Questi strumenti, nati dalla gamification, non sono semplici promozioni, ma parti integranti di un modello relazionale basato su dati, personalizzazione e retention. Niente di tutto questo è presente nel comparto fisico. Qui non ci possono essere bonus istantanei, non ci sono account digitali integrati, non si possono sfruttare sistemi automatizzati di fidelizzazione.

Una distanza tecnologica sempre più marcata

Le piattaforme digitali non sono più semplici bookmaker: rappresentano luoghi di intrattenimento integrati con AI predittiva, gamification, realtà aumentata e live streaming. L’agenzia fisica, al confronto, offre una transazione puntuale: entri, giochi, esci. Nell’online, invece, l’utente vive un percorso esteso, fatto di interazioni continue, micro-incentivi, contenuti in tempo reale e servizi che alimentano la permanenza e il valore generato. La velocità un aspetto chiave di tutto questo e si trova, come dicevamo in apertura, un po’ in tutta la filiera economica. In Italia, si legge su SkyTg24, stanno scomparendo i negozi, le attività di quartiere, le botteghe. Il motivo è presto svelato: ormai per acquistare un prodotto basta un click, senza uscire di casa, senza file, senza sbattimenti.

Una conquista in termini di tempo e di comodità, è vero, ma anche un rischio per quanto riguarda le relazioni sociali, il tessuto economico e cittadino, la componente umana. Ma il futuro va verso questa strada. E il gambling lo ha capito prima degli altri.

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