Dopo giorni segnati da ipotesi, interrogativi e timori, la vicenda della morte di Nunzia Cappitelli, la 51enne trovata senza vita venerdì 14 novembre nel suo appartamento di piazza Sant’Alfonso, nel quartiere Marianella a Napoli, assume contorni più definiti. Le prime risultanze dell’autopsia, eseguita sul corpo della donna, indicano che si sarebbe trattato di una morte per cause naturali, molto probabilmente un infarto. Un esito che modifica radicalmente lo scenario iniziale, quando la presenza di una ferita alla testa aveva immediatamente aperto la strada al sospetto di un possibile femminicidio.
La ferita alla testa e l’ipotesi del femminicidio
La lesione cranica, che aveva generato allarme e fatto scattare un’indagine ad ampio raggio, non sarebbe stata provocata da un corpo contundente. Secondo quanto emerso dagli accertamenti medico-legali, quella ferita sarebbe compatibile invece con una caduta dovuta al malore, avvenuta all’interno della sua abitazione. Un dettaglio che sposta completamente la prospettiva degli inquirenti, ridimensionando l’ipotesi della violenza e suggerendo invece la dinamica tragica di un improvviso collasso.
I chiarimenti dell’autopsia e gli esami tossicologici
La conferma definitiva, tuttavia, arriverà solo dopo che saranno resi noti gli esami tossicologici effettuati contestualmente all’autopsia. Saranno questi ultimi a fugare ogni dubbio residuo e a stabilire con assoluta certezza la natura del decesso. Al momento, tutti gli elementi scientifici vanno nella direzione di una morte naturale, avvenuta in solitudine e in modo improvviso.
Il ritrovamento del corpo
Il corpo della donna è stato scoperto nel tardo pomeriggio di venerdì scorso dagli agenti della Polizia di Stato del commissariato Chiaiano, intervenuti dopo l’allarme lanciato da un giovane del posto – un 21enne – e da un vicino di casa. Il ragazzo, che era stato tra i primi a entrare nell’abitazione, aveva segnalato la grave situazione, attivando immediatamente i soccorsi. Purtroppo, ogni tentativo di assistenza si è rivelato inutile: Nunzia era già priva di vita.
Le indagini della squadra mobile
Sulla vicenda indaga la Squadra mobile di Napoli, sotto il coordinamento della Procura partenopea, quarta sezione Fasce deboli, che ha da subito lavorato per chiarire ogni aspetto. Nella fase iniziale dell’inchiesta, sono state ascoltate due persone nei confronti delle quali la donna – separata dal marito e madre di due figli che vivono fuori città – aveva presentato denunce per stalking. Tra questi, proprio il giovane 21enne che l’aveva aiutata ad aprire la porta di casa e che, secondo quanto emerso, aveva da poco avuto con lei una relazione.
Nessun elemento a carico degli ascoltati
Nonostante il peso delle denunce pregresse, gli investigatori non avrebbero riscontrato alcuna evidenza capace di far ipotizzare un coinvolgimento nella morte della donna da parte dei soggetti ascoltati. Le verifiche tecniche e testimoniali, unita alla prima lettura medico-legale, hanno progressivamente allontanato lo scenario di un’aggressione, indirizzando l’indagine verso dinamiche di natura sanitaria.
Con il deposito definitivo degli esami tossicologici, la Procura potrà chiudere il cerchio, confermando un quadro che, a oggi, appare sempre più chiaro: la scomparsa di Nunzia Cappitelli sarebbe il tragico epilogo di un malore improvviso, seguito da una caduta accidentale, e non il frutto di un atto di violenza.










