La minoranza consiliare di Trecase invoca l’intervento del Prefetto dopo più di sessanta giorni senza la convocazione del Consiglio comunale. I consiglieri Vincenzo Erbetta, Antonella Sindona, Umberto Pelosio e Veronica Fiore hanno infatti presentato un formale esposto al Prefetto di Napoli, Michele di Bari, denunciando “gravi inadempienze” da parte dell’amministrazione e del presidente del Consiglio.
La vicenda prende avvio il 12 settembre 2025, quando almeno un quinto dell’assemblea ha protocollato la richiesta di convocazione del Consiglio entro venti giorni, come previsto dalla legge. Nello stesso giorno è stata notificata anche una diffida formale che segnalava criticità nella gestione di vari servizi pubblici comunali — dalla raccolta rifiuti alla viabilità, fino alla sicurezza stradale. Da allora, tuttavia, nessuna risposta è mai giunta.
Durante la seduta del 16 ottobre, la minoranza ha ribadito la richiesta ma, riferiscono i consiglieri, si è trovata di fronte “fascicoli vuoti, privi di istruttoria e documentazione”, mentre le problematiche già denunciate sono state discusse nuovamente in aula senza riscontri concreti da parte dell’amministrazione.
Nel documento inviato al Prefetto, i consiglieri richiamano il carattere vincolante della convocazione: il presidente del Consiglio, sottolineano, “non può esercitare alcuna valutazione discrezionale” e, in caso di inerzia, “provvede il Prefetto”. La minoranza segnala inoltre ulteriori irregolarità, come l’assenza dei pareri obbligatori relativi all’istituzione di una commissione permanente per la trasparenza.
Per questo Erbetta, Sindona, Pelosio e Fiore diffidano nuovamente il presidente del Consiglio a convocare l’assemblea entro cinque giorni, indicando un ordine del giorno ampio che comprende: Pnrr, gestione dei beni comunali, lavori pubblici, contratto di pubblica illuminazione, raccolta differenziata e altri temi strategici.
Qualora anche questo termine dovesse decorrere senza esito, i consiglieri chiedono alla Prefettura di attivare il potere sostitutivo previsto dalla normativa, disponendo inoltre un’adeguata istruttoria per ciascun punto da trattare in aula, comprensiva di pareri, atti tecnici, contratti e valutazioni contabili.
Secondo i firmatari, la mancata convocazione e la “sistematica violazione delle prerogative della minoranza” rappresenterebbero una “grave alterazione del funzionamento democratico dell’Ente”, motivo per cui si ritiene necessario l’intervento del Prefetto “a tutela della trasparenza e della partecipazione”.










