Non ancora sopiti i festeggiamenti per la netta vittoria elettorale, prende forma il complicato puzzle per definire la nuova squadra di governo regionale guidata da Roberto Fico. Dieci i posti complessivi previsti dallo statuto, compresa la vicepresidenza, e numerosi gli aspiranti a conquistare una delle caselle strategiche. Una fase delicata, in cui il neo governatore dovrà ricomporre gli equilibri tra i gruppi che hanno contribuito al successo elettorale, sfruttando anche la leva delle presidenze di commissione e della poltrona di vertice del consiglio regionale.
Le prime pressioni sulla nuova giunta
Entrano ora nel vivo le ore più complesse per Fico, costretto a gestire il pressing dei partiti intenzionati a rivendicare posizioni in giunta, talvolta facendo leva sul proprio, vero o presunto, peso elettorale. In ballo c’è anche l’obiettivo di far scattare incarichi per candidati rimasti esclusi dall’aula. Nessuno si è espresso a urne ancora calde, ma è prevedibile che da lunedì si aprirà la stagione delle richieste formali all’ex presidente della Camera.
Il ruolo del Partito Democratico e il nodo De Luca
Tra le forze principali scenderanno in campo non solo il Partito Democratico, ma anche l’ex governatore Vincenzo De Luca, deciso a chiedere almeno due posti con deleghe significative. Difficile che Fico si mostri incline a concessioni eccessive, ma almeno una casella dovrebbe portare il marchio della continuità. Il nome più probabile, come garanzia per De Luca, è quello di Fulvio Bonavitacola per la vicepresidenza. Possibile anche un compromesso con il democratico Mario Casillo, cui potrebbe andare la delega ai Trasporti. Tuttavia De Luca proverà fino all’ultimo a ottenere spazio per due dei suoi fedelissimi: oltre a Bonavitacola, circola il nome dell’assessore uscente all’Istruzione Lucia Fortini, eletta nella civica A testa alta. Dopo dieci anni alla guida dell’Istruzione, però, un suo ritorno nella stessa delega appare difficile.
Le carte del Pd tra sindaci, recordman di voti e ruoli istituzionali
Un ruolo decisivo lo giocherà il Pd, primo partito della coalizione. Per un posto in giunta è molto quotato il sindaco dem di Portici Enzo Cuomo. Al centro delle discussioni anche i due primatisti di preferenze, Giorgio Zinno e Salvatore Madonna, oltre 39 mila voti ciascuno grazie al lavoro del duo Casillo–Lello Topo. Essendo alla prima esperienza in consiglio regionale, è considerato probabile per Zinno il ruolo di presidente del consiglio regionale. Massimiliano Manfredi, terzo per preferenze, potrebbe invece diventare capogruppo.
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Il gioco dei subentri e gli incastri tra liste e movimenti
Un ulteriore ragionamento riguarda i subentri. L’ingresso in giunta dell’ex sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto (Casa Riformista) e del grillino Luca Trapanese permetterebbe l’accesso al consiglio rispettivamente ad Armando Cesaro – rimasto fuori nonostante le 15 mila preferenze – e a Teresa De Giulio, molto vicina a Fico. Ma la partita non si chiude qui: anche i partiti minori reclameranno spazio, se non con gli eletti, almeno attraverso nomi di area.
Le richieste dei partiti minori
I socialisti potrebbero proporre il segretario nazionale Enzo Maraio, mentre il partito di Clemente Mastella mira alla delega alle aree interne, anche se quella casella potrebbe andare al grillino uscente ma non rieletto Michele Cammarano. In quota sindaco Manfredi circola il nome dell’attuale assessore comunale alla Salute Vincenzo Santagada, possibile candidato alla Sanità.
I profili civici e l’equilibrio di genere
Accanto ai partiti avanzano anche profili civici graditi a tutte le componenti della coalizione, da Fico alla segretaria Elly Schlein. Tra questi l’ex deputato dem Paolo Siani per la delega alla legalità e Anna Riccardi, presidente della fondazione Famiglia di Maria, possibile nome per il welfare. Resta inoltre il tema dell’equilibrio di genere, con poche donne tra le papabili. Per la Cultura viene citata la capolista dem Francesca Amirante, che potrebbe contribuire a riequilibrare la composizione della giunta regionale.









