A Castellammare di Stabia il futuro della maggioranza guidata dal sindaco Luigi Vicinanza dipende ormai esclusivamente dal Partito Democratico. Il quadro politico è entrato in una fase di instabilità evidente, acuita dall’intervento del capogruppo Giovanni Tuberosa che, in consiglio comunale, ha parlato apertamente del «rischio di un ennesimo scioglimento dell’ente per infiltrazioni della camorra». Una dichiarazione che non è passata inosservata e che ha costretto il Pd ad aprire un confronto interno, coinvolgendo il commissario cittadino Francesco Dinacci, il segretario metropolitano Giuseppe Annunziata e quello regionale Piero De Luca.
Frizioni interne e nodo Oscurato-Di Maio
Il partito, nell’ultima seduta consiliare, ha votato compatto a favore dei provvedimenti, inclusa la variazione di bilancio da 9 milioni per il rione Savorito. Ma questo non ha eliminato le frizioni interne. Alcune componenti dem contestano il modo in cui in aula è stata affrontata la questione delle possibili infiltrazioni, considerandola insufficiente e politicamente inadeguata. A pesare, soprattutto, è la posizione dei consiglieri Gennaro Oscurato e Nino Di Maio: non indagati, ma emersi (loro o rispettivi parenti) in alcune parti dell’inchiesta antimafia. Per Tuberosa e per Sandro Ruotolo, le loro dimissioni rappresentano una condizione minima per continuare a sostenere l’amministrazione.
La posizione del sindaco Vicinanza
Il sindaco Vicinanza ha assunto una posizione netta: Oscurato e Di Maio sono fuori dalla maggioranza. E ha aggiunto che, se fossero stati assessori, avrebbe ritirato loro le delega. I diretti interessati, però, non hanno alcuna intenzione di lasciare l’incarico. Il risultato è una situazione di stallo che espone la maggioranza al rischio concreto di non avere più numeri certi. L’ultima votazione in aula, infatti, ha raggiunto quota 14 anche grazie al voto di Di Maio, che però il sindaco ha dichiarato di non voler considerare decisivo.
La scelta cruciale del Pd e il futuro della città
Per questo il Pd è ora chiamato a una scelta chiara: continuare a sostenere Vicinanza individuando una linea di rigore condivisa, oppure aprire un fronte critico che renderebbe la maggioranza non autosufficiente. Una decisione che non è banale, considerando che furono proprio i vertici provinciali e regionali dei dem, un anno e mezzo fa, a commissariare il circolo per favorire la candidatura di Vicinanza.
Oggi quel partito si ritrova a dover decidere se proteggere la stabilità dell’amministrazione oppure se prendere le distanze da una situazione troppo ambigua. Da questa scelta dipende non solo la sopravvivenza politica della giunta, ma la direzione stessa che Castellammare assumerà nei prossimi mesi. I vertici dem dovranno valutare quanto sia sostenibile, per il partito, mantenere un sostegno a Vicinanza senza risolvere il nodo Oscurato-Di Maio. Allo stesso tempo, il sindaco ha bisogno di un Pd compatto per continuare a governare, ma non può permettere di mettere a rischio credibilità e tenuta della maggioranza. Il punto è che Castellammare vive un clima delicato, e ogni passo falso può essere interpretato come un segnale di debolezza istituzionale. Proprio per questo la scelta del Pd sarà determinante: stabilirà non solo la sorte della giunta, ma l’impostazione con cui il partito si presenterà alla città e ai prossimi appuntamenti politici.










