Una campagna di trasformazione lunga, complessa e segnata da diverse criticità, unite alla pressione crescente dei nuovi paesi produttori a basso costo. È questo il quadro emerso durante l’Assemblea Pubblica di ANICAV, organizzata nell’ambito della tredicesima edizione de Il Filo Rosso del Pomodoro, che ha riunito a Napoli istituzioni, industria della trasformazione, agricoltori e rappresentanti del packaging.
Cuore della discussione: lo studio di The European House – Ambrosetti, “Disegnare il futuro: sfide e opportunità per la filiera del pomodoro”, e l’intervento del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha definito la filiera del pomodoro da industria “un pilastro dell’agroalimentare italiano”.
Una campagna complessa e un settore sotto pressione
La trasformazione del pomodoro 2025 si è chiusa con 5,8 milioni di tonnellate, un dato in leggero aumento sul 2024 ma comunque inferiore di circa il 10% rispetto alle previsioni.
L’Italia torna a essere il secondo trasformatore mondiale, dietro gli Stati Uniti e davanti alla Cina, che ha fortemente ridotto la produzione dopo gli exploit degli scorsi anni.
- 14,4% della produzione mondiale
- 53,8% del trasformato europeo
L’Italia resta invece leader mondiale per i derivati destinati direttamente al consumatore finale.
Export in frenata: pesano i dazi americani
Dopo un 2024 positivo (+6,5% in volume, +3,8% in valore), il primo semestre 2025 segna un cambio di rotta:
- -3,6% in volume
- -10,7% in valore
Il calo è collegato alla vicenda dei dazi USA, passati dal precedente 6–12% al 15% su tutti i prodotti, generando incertezza e perdita di competitività.
L’Europa rimane il principale mercato, con la Germania in testa. Seguono Regno Unito, Stati Uniti, Giappone e Australia.
Consumi interni: mercato stabile ma leggermente in calo
Nel canale retail, il primo semestre 2025 conferma una sostanziale stagnazione:
- -0,4% in volume
- -0,5% in valore
La passata si conferma il prodotto più venduto, con il 63,4% del mercato. A seguire:
- Polpa: 20,4%
- Pelati: 10,9%
- Pomodorini: 3,8%
- Concentrato: 1,7%
Stabile il settore del Fuori casa, che rappresenta il 67% dei consumi totali, circa 2,1 milioni di tonnellate.
Serafini (ANICAV): “Efficienza e coesione per affrontare i nuovi competitor”
«La nostra assemblea è il momento ideale per riflettere su criticità e strategie future», afferma Marco Serafini, Presidente ANICAV.
Pur confermando la forza del Made in Italy, Serafini avverte:
“L’ingresso di nuovi paesi produttori, che puntano esclusivamente sul prezzo, rischia di sottrarci quote di mercato importanti. Servono interventi per rendere più efficiente la filiera e ridurre i costi senza intaccare la qualità”.
Tra i nodi più urgenti, Serafini evidenzia:
- gestione delle risorse idriche, su cui il Masaf ha annunciato investimenti;
- limitazioni UE su agrofarmaci e fertilizzanti, che penalizzano le rese agricole rispetto ai competitor extraeuropei;
- impatto del sistema ETS, non adeguato alla stagionalità del comparto.
Governance di filiera e rapporti con il mondo agricolo
Per Giovanni De Angelis, Direttore Generale ANICAV, è fondamentale intervenire sulla governance:
“Serve una relazione più costruttiva tra agricoltura e industria. L’interprofessione deve essere ripensata, soprattutto nel Centro-Sud”.
Gli accordi quadro restano lo strumento chiave per programmare, contrastare il calo delle rese e distribuire meglio il valore lungo tutta la filiera.
Un dato significativo:
il prezzo pagato dall’industria italiana agli agricoltori è da sempre il più alto al mondo.
Conclusioni
L’Assemblea di ANICAV fotografa un settore che conserva una leadership mondiale ma che si trova a un bivio cruciale: migliorare efficienza, ridurre costi, rafforzare il dialogo interno e difendere il posizionamento internazionale.
Una sfida complessa, ma imprescindibile per garantire il futuro della filiera del pomodoro Made in Italy.









