Il Giro d’Italia 2026 tornerà ancora una volta a Napoli, il 14 maggio 2026, per la quinta edizione consecutiva. Un traguardo straordinario, che non capita per caso e che consolida un rapporto ormai strutturale tra la città e la grande corsa, diventato simbolo di identità sportiva ritrovata, promozione del territorio, grandi eventi e visione urbana. La tappa, la sesta del Giro numero 109, si preannuncia tra le più attese non solo dagli appassionati di ciclismo, ma da tutta la città, sempre pronta a colorarsi d’azzurro per celebrare il suo ruolo centrale sulla scena sportiva italiana e internazionale.

Il percorso di una tappa spettacolare

Il tracciato è un lungo viaggio nella Campania. La partenza è fissata a Paestum, con rotta verso la costa di Salerno, proseguendo per Vietri sul Mare e poi verso l’interno, toccando Cava de’ Tirreni, Nocera, Sarno. L’ingresso nel territorio napoletano avverrà all’altezza di Palma Campania, quindi passaggio per Nola, la città dei Gigli Unesco, prima di raggiungere Cardito e nuovamente Caivano. Qui il Giro ripeterà la scelta fatta nel 2025, attraversando le strade dove è rinata la Coppa Caivano, storico trofeo ciclistico rilanciato grazie all’impegno della Città Metropolitana.

I corridori entreranno poi a Napoli per affrontare due giri del celebre circuito panoramico: Lungomare Caracciolo, Chiaia, la salita verso Posillipo, la discesa che conduce a Marechiaro e poi verso Coroglio e l’area degli hangar dell’America’s Cup a Bagnoli, dove la primavera 2026 dovrebbe trovare già allestito il villaggio tecnico della competizione nautica. Un’immagine dal forte valore simbolico: la Corsa Rosa che accompagna la città verso un altro evento globale di portata storica.

Il circuito panoramico e il fascino della città azzurra

Il doppio passaggio sul circuito cittadino riporterà ancora una volta le immagini più amate dai tifosi: il serpentone rosa che sfila con Castel dell’Ovo alle spalle, l’abbraccio del Lungomare, le curve di Posillipo, la vista sulla Gaiola, la Baia di Trentaremi, fino all’ingresso trionfale verso Mergellina. Come ogni anno, Napoli mostrerà al mondo intero il suo profilo migliore, sospesa tra mare, storia, paesaggio e orgoglio urbano. Un’occasione che parla direttamente al cuore dei tifosi napoletani, sempre pronti a rivendicare la bellezza e la centralità della loro città, anche nello sport.

Le parole delle istituzioni e la valorizzazione del territorio

Il sindaco di Napoli e della Città Metropolitana, Gaetano Manfredi, ha sottolineato la portata dell’evento dichiarando: «Napoli sarà al centro del Mediterraneo anche nello sport: Coppa America, Giro d’Italia, Capitale europea dello Sport». Ha aggiunto: «Qualche anno fa sarebbe stato impensabile ospitare cinque arrivi consecutivi. L’organizzazione ha trovato istituzioni serie e appassionate. Il Giro è un potentissimo strumento di valorizzazione territoriale: le nostre immagini, viste in tutto il mondo, sono un volano turistico straordinario». E infine: «Napoli è tornata al posto che merita».

Il vicesindaco Giuseppe Cirillo ha richiamato l’importanza di mettere al centro l’area interna del Vesuvio, le sue eccellenze e la rinascita dell’area Nord, mentre il consigliere delegato allo sport Sergio Colella ha ricordato la dimensione storica di questo primato, affermando: «Per trovare una serie simile occorre tornare a 70 anni fa, nel secondo dopoguerra».

I numeri che raccontano la potenza della Corsa Rosa

La forza del Giro è certificata da numeri impressionanti: 2,1 miliardi di euro di impatto economico, 2,3 milioni di spettatori lungo le strade, un pubblico globale che segue, commenta e sostiene il Made in Italy. E Napoli, ancora una volta, sarà la vetrina ideale per mostrare un Sud in piena trasformazione.

Il 2026 offrirà una tappa che non è solo sport, ma racconto del territorio: il mare di Posillipo, la vista sulla Gaiola, la Baia di Trentaremi, il rientro verso il lungomare di una città che negli ultimi anni ha ritrovato consapevolezza e ambizione. Un abbraccio rosa lungo 184 chilometri, tra storia, paesaggio, rinascita urbana e orgoglio metropolitano.

Le radici storiche di un legame centenario

Napoli è parte integrante della storia del Giro sin dalla sua prima edizione: il primo arrivo nel capoluogo campano risale alla tappa Chieti-Napoli del 1909. Da allora, la città ha ospitato il Giro altre 43 volte, diventando scenario di imprese leggendarie. Tra queste, il successo del Campionissimo Fausto Coppi, vittorioso a Napoli il 1° giugno 1947, in pieno dopoguerra. Oppure l’impresa del Cannibale Eddy Merckx, che nel 1968 vinse proprio a Napoli il Giro che lo consacrò per la prima volta campione generale. Senza dimenticare Gino Bartali, fino ad arrivare ai più recenti sprint vincenti di Mads Pedersen e Olav Kooij.

Napoli, nel 2026, riscriverà ancora una volta la sua storia sportiva, con la stessa passione che anima il cuore dei suoi tifosi e dei suoi quartieri: un’altra pagina da vivere tutta d’un fiato, con l’orgoglio di una città che pedala sempre in testa.

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