L’attività di contrasto all’abusivismo edilizio nel territorio vesuviano registra un nuovo intervento rilevante: a Torre del Greco, in via Cupa Vecchio, sono state demolite numerose opere realizzate senza alcuna autorizzazione all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, in un’area sottoposta a una fitta rete di vincoli ambientali, paesaggistici e di rischio vulcanico. L’intervento è avvenuto in esecuzione di un ordine di demolizione disposto dal Tribunale di Torre Annunziata, sezione distaccata di Torre del Greco.
L’ambito dell’operazione e il ruolo della Procura
La Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha evidenziato come l’intervento rientri tra le priorità dell’azione giudiziaria sul territorio. Nell’ambito delle attività svolte, è stato eseguito un provvedimento relativo a una condanna risalente al 2008, con l’obiettivo di riportare l’area allo stato originario e ripristinare le condizioni ambientali violate. L’intero intervento, sottolinea l’ufficio giudiziario, si inserisce in una strategia di forte deterrenza verso l’abusivismo e di tutela di un territorio particolarmente delicato.
Le opere abusive demolite
Le strutture abbattute comprendevano un esteso complesso edilizio, articolato e rifinito in ogni dettaglio. Tra i manufatti demoliti figuravano:
- Recinzione completa dell’intera particella, comprensiva di cancello motorizzato a doppia anta di circa 3,86 metri e pannelli in ferro
• Pavimentazioni in ciottoli di terracotta, compresi i massetti e la rampa di accesso
• Manufatto in muratura con solaio in tavelloni e calcestruzzo, dotato di due porte d’accesso per bagno e deposito, con finiture interne ed esterne
• Forno in muratura, completo di intonaco, tegole e canna fumaria
• Piscina interrata di circa 46 metri quadrati e 2 metri di profondità, con rivestimenti e pavimentazione in cotto
• Scalinata in muratura con dieci gradini e pavimentazione in terracotta
• Due scale di accesso a un terrazzamento dotato di ringhiere in ferro
• Terrazzo pavimentato in mattonelle di cotto con recinzione in legno
• Struttura prefabbricata in legno, con copertura a doppia falda, tegole argillose, infisso e grondaie
• Corpo forno esterno adiacente al vano bagno e deposito
• Ampliamento e chiusura di un pergolato, trasformato in soggiorno e cucina di circa 55 mq, completo di impianti tecnologici e rifiniture
• Ampliamento in muratura di circa 60 mq del manufatto adibito a soggiorno e cucina
• Struttura in legno di circa 15 mq con impianto elettrico e pilastrini fissati su una superficie pavimentata di circa 50 mq
Tutti i manufatti erano destinati ad uso residenziale, costituendo un vero e proprio complesso privato in un’area che non ammette costruzioni.
L’area interessata e i vincoli vigenti
La zona in cui erano stati realizzati i manufatti rientra a pieno titolo nel Parco Nazionale del Vesuvio, ed è quindi soggetta a una serie di vincoli stringenti:
- Vincolo paesaggistico-ambientale, con dichiarazione di notevole interesse pubblico dal 1964
• Vincolo sismico, essendo Torre del Greco classificata in zona sismica 2
• Zona rossa vulcanica, a più alto rischio del territorio vesuviano
• Rischio idrogeologico secondo il Piano Stralcio dell’Autorità di Bacino del Sarno
• Zona E3 del PUC, aree agricole periurbane
• Zona P.I. di Protezione Integrale del Piano Territoriale Paesistico dei Comuni Vesuviani
L’insieme dei vincoli rende l’area particolarmente delicata e non edificabile, confermando la necessità dell’intervento repressivo.
La scelta dell’autodemolizione
Un aspetto rilevante dell’operazione è rappresentato dalla modalità di esecuzione: l’intervento è stato effettuato in autodemolizione dal proprietario, senza ricorrere ai fondi già stanziati dal Parco Nazionale del Vesuvio nell’ambito del protocollo con la Procura. Grazie alla costante opera di sensibilizzazione dell’ufficio giudiziario, l’abbattimento ha potuto realizzarsi senza impiego di risorse pubbliche.
Le informazioni diffuse dalla Procura
La Procura ha comunicato che gli abbattimenti sono stati eseguiti nell’ambito di una più ampia strategia di contrasto all’abusivismo edilizio, definito uno dei fenomeni più dannosi per la tutela del territorio vesuviano. L’obiettivo è duplice: garantire il ripristino ambientale e rafforzare l’effetto deterrente verso nuove costruzioni irregolari.










