Minorenne abusata di ritorno da scuola, arrestato 41enne a Torre del Greco

Un’articolata indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco e dalla Polizia Municipale, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, ha portato all’emissione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari interdittive nei confronti di sei soggetti, tra dipendenti comunali, liberi professionisti e imprenditori, ritenuti gravemente indiziati di falso ideologico in atto pubblico, truffa ai danni della Pubblica Amministrazione e tentata concussione. L’inchiesta ricostruisce tre vicende distinte ma collegate, tutte avvenute nella zona di via Principal Marina di Torre del Greco.

Le tre vicende al centro dell’inchiesta

Le misure cautelari riguardano tre episodi ritenuti dalla Procura autonomi ma strettamente connessi.

La prima vicenda riguarda la realizzazione di due pedane nell’estate del 2021, attribuite alla ATI Gusto s.r.l. e alla Voce del Mare s.r.l., in un’area del demanio marittimo e successivamente sequestrate perché considerate abusive.

La seconda vicenda è relativa alla gara comunale del 2016 per l’assegnazione di una concessione demaniale destinata ad attività di ristorazione, gara aggiudicata proprio alla ATI Gusto s.r.l.

La terza riguarda la presunta tentata concussione da parte della dirigente dell’Ufficio Antiabusivismo, accusata di pressioni sui tecnici comunali per redigere una relazione falsa sullo stato degli abusi edilizi del ristorante Yachting Club, gestito dalla Voce del Mare s.r.l. e sottoposto a sequestro.

Le pedane sulla scogliera e i falsi negli atti tecnici

Gli accertamenti eseguiti dagli investigatori hanno documentato che le due pedane realizzate sulla scogliera di via Principal Marina, formalmente riconducibili a ditte diverse ma gestite dagli stessi soggetti, erano strutture di fatto permanenti.

Sebbene la relazione del tecnico comunale incaricato — che aveva rifiutato di verificare le fondazioni — le descrivesse come amovibili, le pedane risultavano ancorate stabilmente tramite pali metallici infissi negli scogli, ottenuti tramite traforazione della roccia.
Secondo la Procura, le opere erano state realizzate senza titolo edilizio idoneo, sulla base di una SCIA priva di autorizzazione paesaggistica, dapprima dichiarata improcedibile dal tecnico istruttore comunale e successivamente ritenuta valida dalla dirigente dell’ufficio SUAP, che aveva avocato a sé la pratica dopo le rimostranze del tecnico di parte.

Gli investigatori hanno inoltre evidenziato che le due pedane, pur essendo intestate a soggetti societari differenti, erano gestite da cognati e risultavano parte di un unico disegno imprenditoriale.

Le irregolarità nella gara comunale del 2016

La seconda vicenda ricostruita dagli inquirenti riguarda la gara del 2016 indetta dal Comune di Torre del Greco per assegnare una concessione demaniale relativa a una delle aree di via Principal Marina.

Dalle indagini è emerso che la gara, vinta dalla ATI Gusto s.r.l., sarebbe stata in violazione del bando, poiché la società era riconducibile allo stesso imprenditore titolare della Voce del Mare s.r.l.

Secondo la Procura, il meccanismo avrebbe permesso all’imprenditore di ottenere in modo occulto la gestione di due aree demaniali, utilizzando due prestanomi per l’acquisto della società formalmente aggiudicataria della concessione.
La ricostruzione evidenzia quindi una doppia partecipazione mascherata, in contrasto con la clausola del bando che vietava a un medesimo soggetto di concorrere per più lotti.

Il caso Yachting Club e le pressioni sui funzionari comunali

La terza vicenda riguarda il ristorante Yachting Club, già sottoposto a sequestro per abusi edilizi.
Secondo le indagini, la dirigente del Servizio Antiabusivismo avrebbe tentato di indurre i suoi funzionari a redigere una relazione tecnica falsa che dichiarasse come eliminati gli abusi edilizi, così da favorire il dissequestro della struttura.

La relazione redatta dai tecnici, però, attestava soltanto un ripristino parziale. La dirigente avrebbe quindi ritardato per circa un anno l’invio del documento al GIP, poiché avrebbe comportato il rigetto dell’istanza di dissequestro.

Dopo aver esercitato, secondo la ricostruzione degli inquirenti, indebite pressioni, senza ottenere la modifica della relazione, la dirigente avrebbe avocato il fascicolo, redigendo una nuova relazione basata su un sopralluogo sommario, nella quale sosteneva — pur riconoscendo il ripristino solo parziale — l’impossibilità di un ripristino integrale a causa di un presunto rischio per la stabilità dell’edificio.
È proprio su questa relazione che il GIP dispose il dissequestro del ristorante.

Le misure interdittive ai sei indagati

Il provvedimento cautelare riguarda sei persone, ciascuna destinataria di una specifica misura interdittiva:

  • Sarnello Antonio, dirigente UTC del Comune di Torre del Greco: interdizione dai pubblici uffici per 6 mesi per falso in atto pubblico.
  • Sacco Claudia, già dirigente SUAP del Comune e attuale dirigente di Irpinia Ambiente SPA: interdizione per 12 mesi per falso in atto pubblico.
  • Camera Maria Gabriella, dirigente del Servizio Antiabusivismo: interdizione per 12 mesi per tentata concussione e falso in atto pubblico.
  • Avv. Pietro Paolo Palumbo: divieto di esercitare la professione di avvocato per 12 mesi per truffa ai danni del Comune.
  • Ing. Giovanni Salerno, libero professionista ed ex dirigente UTC: divieto di esercitare per 12 mesi per falso in atto pubblico.
  • Giuseppe Fornito, imprenditore della ristorazione: divieto di esercitare attività di impresa per 12 mesi per truffa ai danni del Comune.

Le valutazioni del GIP sulle condotte contestate

L’ordinanza contiene giudizi particolarmente severi nei confronti degli indagati.
Per Giuseppe Fornito, il GIP indica una capacità concreta di condizionare l’azione amministrativa degli uffici comunali.

Per Giovanni Salerno, viene sottolineata la sua grande capacità di influenza su funzionari e dirigenti, descrivendo la gestione delle sue competenze come orientata a interessi privatistici e ricordando l’episodio in cui avrebbe “tirato le orecchie” alla dirigente del SUAP affinché attestasse irregolarmente la regolarità delle pratiche.

L’avvocato Palumbo viene descritto come direttamente coinvolto nelle operazioni facenti capo al cognato Fornito, “tracciando la strada per l’acquisizione dell’ATI Gusto a mezzo prestanome”.

Per Sacco Claudia, secondo il GIP, la dirigente avrebbe asservito l’azione amministrativa del SUAP alle esigenze dell’imprenditore e ai “diktat” tecnici di Salerno, avocando le pratiche quando i funzionari non accoglievano le sue indicazioni.

Per Camera Maria Gabriella, il giudice evidenzia presunte condotte intimidatorie verso i tecnici, ritenendo che avessero portato allo svuotamento del servizio antiabusivismo e al burnout del responsabile.

Infine, per Sarnello Antonio, il GIP ritiene sussistenti condotte dirette a eludere gli approfondimenti, minimizzando le irregolarità delle opere e non evidenziando l’ancoraggio delle pedane sugli scogli.

I funzionari che si opposero alle pressioni

Il comunicato sottolinea che alcuni dipendenti comunali, tra cui il responsabile del Servizio Antiabusivismo e due tecnici istruttori, hanno mantenuto un atteggiamento collaborativo con gli inquirenti e mostrato integrità morale e professionale.
Nonostante pressioni e paventate conseguenze disciplinari, si sarebbero rifiutati sia di redigere una relazione compiacente sia di firmare una relazione falsa relativa al ristorante Yachting Club, arrivando anche a chiedere il trasferimento o ad accettare un demansionamento pur di non attestare circostanze non corrispondenti al vero.

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